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sabato 14 settembre 2024 | 08:52
Economia e Lavoro

L’incontro - «Non vogliamo chiudere»: da Cutro il grido d’aiuto degli allevatori per l’epidemia Lingua blu. In arrivo 5 milioni dalla Regione - Notizie

VIDEO | Da quanto si apprende i fondi verrebbero dirottati da un finanziamento previsto per tubercolosi e brucellosi. Il coordinatore nazionale di Altragricoltura Gianni Fabbris: «Siamo riusciti a far diventare emergenza una normale infezione da insetti»

di Procolo Guida

Il coordinatore nazionale di Altragricoltura Gianni Fabbris è subito concreto e netto: «Siamo riusciti ancora una volta, in Italia, a far diventare emergenza, una normale infezione da insetti». La grande sala ricevimenti del ristorante scelto a Steccato di Cutro perché capace di ricevere i tantissimi piccoli allevatori di pecore annientate dalla lingua blu, è gremita di lavoratori abituati a parlare poco, figuriamoci a perdere ulteriore tempo con sterili polemiche, nel mentre è a rischio la sopravvivenza delle loro aziende.

«Troppo spesso – prosegue chi come Fabbris ha impedito l’abbattimento indiscriminato delle bufale in Campania - gli istituti zooprofilattici non solo sono chiusi dentro una logica soltanto sanitaria, non hanno un collegamento con il territorio positivo, arrivando così con gravi ritardi dopo mancate sorveglianze e, soprattutto, senza azioni di prevenzione, partorendo, di conseguenza, solo emergenze». Il ragionamento è dunque semplice, se il sistema non riesce a colmare un gap di rappresentanza operativa incapace di operare azioni di prevenzione efficaci, ieri tubercolosi e brucellosi, oggi la lingua blu, proseguiranno a contribuire a far sparire le piccole produzioni e, di conseguenza, economie indispensabili per quei prodotti di eccellenza che poi sono tra i pochi che fanno da traino all’unica agricoltura spendibile all’estero.

È per queste ragioni che l'associazione "Libera Agricoltura" si è messa a disposizione delle rappresentanze territoriali di Altragricoltura che con Luana Guzzetti e Tommaso Gualtieri, sono riuscite a riunire questi allevatori attorno alle esperienze e le proposte del siciliano Sebastiano Lombardo, presidente della Rete Salviamo l’Allevamento di Territorio, quella di Francesco Scarpino, presidente del Consorzio di tutela della Dop del Pecorino crotonese, ed appunto Fabbris che ha conosciuto la lontananza pachidermica dell’Istituto zooprofilattico del Mezzoggiorno che, da Portici, dovrebbe seguire lo sviluppo degli allevamenti, ed ovviamente non solo quelli ovino-caprini, di Campania e Calabria.

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«Basta guardare al modello francese che ha un decimo dei veterinari pubblici rispetto a quelli a disposizione del sistema italiano che conta settemila professionisti - ha proseguito Fabbris - perché si proceda finalmente e celermente non solo alla disinfestazione e vaccinazione ma anche ad indennizzi ed investimenti che impediscano nuove emergenze». Così, in linea ad una concretezza che possa essere trasferita agli imminenti tavoli in sede regionale che sembrano abbiano individuato il possibile dirottamento di 5 milioni di euro che erano stati individuati per tubercolosi e brucellosi, tutti hanno convenuto che alla Regione Calabria ed al sistema commissariale sanitario vengano chiesti interventi di sistema, oltre a quelli indispensabili di contenimento dei danni subiti.

«Basterebbe leggere i dati Istat che vedono solo la Sardegna superare la Calabria per l’incremento di produzioni autoctone - sottolinea Francesco Scarpino, presidente del Consorzio della Dop del pecorino crotonese - che per il 90% arrivano dall’esportazione all’estero». Scarpino fa da eco alla tutela della dignità dei piccoli allevatori spesso lasciati soli di fronte alla mancanza di riferimenti che dovrebbero attuare azioni di prevenzione adeguati, a patto che provengano da azioni di ascolto delle reali condizioni ed esigenze di chi opera quotidianamente.

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E se le rappresentanze da Cutro, Petilia e Crotone annuivano per l’approccio a soluzioni immediate da accompagnare a quelle altrettanto indispensabili di sistema, c’è stata la specificazione del gruppo proveniente da Isola di Capo Rizzuto che, disillusi ed oramai orfani di rappresentanze credibili tradizionali, hanno espresso pubblicamente la loro fiducia nel sindaco di Isola di Capo Rizzuto, Maria Grazia Vittimberga, ribadendolo successivamente in un comunicato. «In un momento così drammatico, la Sindaco Vittimberga è l'unica persona che ci sta realmente ascoltando e che può rappresentare efficacemente le nostre richieste presso le autorità competenti», hanno anche scritto.  E, proseguendo sul tema dei ristori specificano «la malattia della Blue Tongue sta colpendo duramente il bestiame ovicaprino, con conseguenze devastanti sulla salute degli animali e sulla produzione, gli allevatori sono ormai al limite delle loro possibilità con l'epidemia che ha già provocato perdite economiche ingenti e rischia di compromettere irrimediabilmente l'intero settore. Non possiamo farcela da soli. Abbiamo bisogno di interventi immediati da parte delle istituzioni per arginare questa emergenza».

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