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martedì 6 agosto 2024 | 17:32
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La precisazione - La Stretto di Messina: «Per il Ponte non saranno toccate le forniture di acqua di Messina e Villa San Giovanni» - Notizie

La società chiamata a realizzare la mega opera spiega che si valuta un piano per la sostenibilità idrica dei cantieri. Ma restano dubbi su quante risorse saranno necessarie e sulle falde da individuare

di Redazione Attualità

Riceviamo e pubblichiamo dalla società Stretto di Messina spa.

In relazione all’articolo pubblicato domenica 4 agosto su LaC News24 a firma di Vincenzo Imperitura, intitolato “I lavori per il Ponte sullo Stretto rischiano di aggravare la siccità in Calabria”, Stretto di Messina precisa quanto segue.

Entro il 12 settembre, Stretto di Messina provvederà a inviare le integrazioni richieste alle commissioni Via-Vas del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Come più volte evidenziato, per l’approvvigionamento idrico dei cantieri del ponte sullo Stretto non saranno pregiudicate in alcun modo le forniture delle Città di Messina e Villa San Giovanni. Nell’attuale fase di aggiornamento del progetto definitivo, il progettista ha valutato uno specifico piano per la sostenibilità idrica dei cantieri. Saranno previsti infatti sistemi di recupero delle acque meteoriche mediante vasche e serbatoi di accumulo interrati o seminterrati per poi essere riutilizzate sia nei cicli di lavorazione nei cantieri che per uso igienico. Inoltre, nell’ottica di rendere indipendenti gli approvvigionamenti di cantiere senza gravare sulla rete urbana, si sta valutando la realizzazione di nuovi pozzi e la possibile costruzione di un dissalatore delle acque marine, da cedere ai Comuni al termine dei lavori.

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Il progettista sta inoltre aggiornando le valutazioni di carattere idrologico a partire dall’adeguamento dei parametri pluviometrici, sulla base dei dati più recenti disponibili sugli annali idrologici della Regione Calabria e della Regione Sicilia.

Gli aggiornamenti in corso consentiranno di verificare ulteriori eventuali interferenze con i corsi d'acqua, dimensionandone correttamente gli interventi di sistemazione, in modo tale da poter valutare i conseguenti impatti sulle acque superficiali tenendo in conto anche gli effetti dei cambiamenti climatici.

La relazione idrogeologica del progetto definitivo, nella sua accuratezza, analizza anche le possibili interazioni tra le opere di progetto e le acque sotterranee.

Per quanto riguarda la progettazione esecutiva per fasi costruttive, si evidenzia infine che questa è in linea con le best practice internazionali e ha l’obiettivo di ottimizzare la costruzione dell’opera, contenendo tempi e costi. Il ponte è un insieme di opere: le opere anticipate, le opere di accompagnamento ambientale, i raccordi a terra, oltre 40 km di strade e ferrovie, funzionali, percorribili e utili fin da subito alla popolazione. Ponte, torri e blocchi di ancoraggio saranno ovviamente un unico progetto.

 

Prendiamo atto della volontà della Stretto di Messina spa di dotare i previsti cantieri del ponte di «vasche e serbatoi di accumulo» per le acque meteoriche. Rimane il dubbio su come la società intenda poi riempire quelle stesse vasche, considerato che sullo Stretto non piove da mesi e per quanto riguarda gli studi pluviometrici richiesti dai tecnici del Mase (dati attualmente fermi ai valori del 2009) la Stretto di Messina afferma che sono ancora in fase di aggiornamento. In attesa che la società decida se costruire o meno i «dissalatori da cedere ai comuni al termine dei lavori», resta l’interrogativo avanzato dai tecnici del Mase, ad oggi inevaso, rispetto a quanta acqua – in una zona in cui la mancanza d’acqua sta producendo disagi pesantissimi a cittadini e imprenditori – la Stretto di Messina intenda utilizzare e, soprattutto, su quali falde intenda piantare i nuovi pozzi, considerato che quelle che si trovano nell’area del cantiere sono in sofferenza da mesi. (v. i.)