VIDEO | Si tratta di uno dei mammiferi più minacciati al mondo la cui presenza è spesso segnalata nel versante ionico dove si ritiene possa esserci un sito riproduttivo
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Un gradito ospite è tornato a visitare il mare crotonese. Nei giorni scorsi è infatti stato segnalato l’avvistamento di una foca monaca nelle acque antistanti i promontori di Capo Colonna e Capo Cimiti, in piena Area Marina Protetta Capo Rizzuto. La segnalazione ha suscitato grande curiosità, ma anche interesse da parte degli esperti, consapevoli che si tratta di uno dei più rari mammiferi marini, proprio per questo definito – ricorda il Circolo Ibis per l’Ambiente – fantasma del Mediterraneo.
I primi avvistamenti
Qualche fortunato che è riuscito a scorgerla tra le onde ha realizzato anche dei video amatoriali, diffusi sui social. «Dalle immagini analizzate e – informa l’Amp - le informazioni riportate dagli avvistatori, si tratterebbe di un esemplare grande, con una lunghezza stimata di circa 2 metri. La Provincia di Crotone in qualità di ente gestore dell’Area Marina Protetta sta facendo da raccordo e coordinamento con l’ISPRA, ed ha raccolto in questi giorni, grazie al suo personale, alcune segnalazioni di avvistamenti poco più a nord di Capo Colonna. Le segnalazioni pervenute riguardano aree costiere del comune di Cirò Marina e Crotone; si ipotizza che le osservazioni riguardino lo stesso esemplare che si sposta alla ricerca di prede per cacciare in un areale più ampio oltre l’AMP».
Un sito rirpoduttivo nel versante ionico
È da mesi, inoltre, che simili avvistamenti si susseguono nel Golfo di Taranto, partendo dl Metaponto, Policoro, Schiavonea, fino al Crotonese appunto. Circostanza che porta gli esperti a ritenere che nel versante ionico sarebbe presente da anni un sito riproduttivo. Durante la riproduzione, infatti, la foca monaca «predilige i tratti di mare vicini alle coste, dove cerca spiagge isolate, sistemandosi prevalentemente in grotte o piccoli anfratti accessibili solo dal mare, molto simili a quelli che caratterizzano la costa che va da Capo Colonna a Le Castella, perché il parto e l’allattamento si svolgono esclusivamente sulla terra ferma» sottolinea l’Amp. Oltre a essere uno dei mammiferi più minacciati al mondo, la foca monaca è anche uno degli indicatori più sensibili della qualità dell’ambiente.
Non è la prima volta che questo buffo e simpatico animale nuota da queste parti: «Già nel 2004 si era verificata, tramite avvistamenti riportati dai cittadini e validati da ISPRA, la frequentazione di un esemplare per diverse settimane lungo le coste crotonesi».
Come comportarsi
L’Amp ricorda che in caso di avvistamento della foca monaca, oltre alle segnalazioni (chiamando la Capitaneria di Porto o gli uffici dell’Area Marina Protetta), è importante adottare comportamenti corretti, soprattutto in caso di contatto con l’esemplare, riducendo in primis ogni azione di potenziale disturbo. Sì a foto e video: si ottengono così preziose informazioni sulla tutela della specie protetta.
Se ci si imbatte in una foca monaca in spiaggia o sugli scogli, è fondamentale mantenere una distanza di sicurezza dall’esemplare per evitare di disturbarlo ed allontanarlo dal sito in cui sta riposando, rimando in silenzio ed evitando movimenti bruschi. Assolutamente da evitare il contatto fisico (soprattutto se in compagnia dell’eventuale cucciolo), il lancio di oggetti o l’emissione di richiami vocali, che potrebbero rappresentare fonte di stress.
La regola di non avvicinarsi all’animale vale ovviamente anche per l’avvistamento in mare, sia se si sta nuotando che se si è in barca. In quest’ultimo caso, è fondamentale spegnere i motori dell’imbarcazione fino a quando non si sarà allontanato, resistendo alla tentazione di interagirci nell'eventualità si avicinasse al natante.
L’Amp ricorda infine che «la foca monaca è una specie protetta dalla legge italiana che ne vieta non solo l’uccisione e la cattura, ma anche il semplice disturbo. In caso di un avvistamento di un esemplare di questa specie è importante mantenere la calma e usare sempre il buon senso, in modo da adottare al meglio un comportamento rispettoso delle esigenze di un animale così minacciato».