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Saranno gli italiani a decidere con un referendum sulla durata delle attività petrolifere: la decisione attesa dalla Consulta è arrivata. La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il sesto quesito, quello sulle attività petrolifere entro le 12 miglia marine, che si concentra sull’attuale previsione che i titoli abilitativi già rilasciati debbano essere fatti salvi “per la durata di vita utile del giacimento”. Per i promotori del referendum, infatti, l’emendamento introdotto dal Governo alla Legge di Stabilità permette che i titoli già rilasciati “restino validi in attesa di tempi migliori”.
La sentenza della Consulta sarà ora notificata alla presidenza del consiglio dei ministri. Verrà quindi indicata una data tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi per consentire che si svolga il referendum.
Lo scorso 8 gennaio, infatti, la Suprema Corte ha trasferito sulla nuova normativa entrata in vigore il 1 gennaio con la Legge di Stabilità il sesto quesito ritenendo che la legge soddisfacesse tutte le altre richieste. Il Parlamento, del resto, aveva accettato di modificare la norma del codice dell’ambiente che consentiva la conclusione dei procedimenti in corso, prevedendo però che i permessi e le concessioni già rilasciati non avessero più scadenza. Non si chiariva, inoltre, che i procedimenti in corso dovessero ritenersi definitivamente chiusi e non solo sospesi. La Cassazione ha ritenuto che la modifica del Parlamento non recepisse completamente la richiesta referendaria e ha dichiarato il sesto quesito ammissibile, rinviandolo alla Corte Costituzionale.
Il referendum è stato promosso da 9 Regioni: Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise.