La transumanza è una delle tradizioni storico-culturali riconosciute dall’Unesco patrimonio immateriale dell’Umanità, territori e tracciati incluso. Si tratta della migrazione stagionale del bestiame verso aree climatiche migliori. In estate dalla pianura alla montagna e, viceversa, nel periodo invernale. In alcune aree sono stati individuati fondi e finanziati i tratturi, nella Sila Greca è ancora tutto fermo. «Occorrono incentivi anche per gli allevatori», ha sottolineato il responsabile di Coldiretti di Rossano-Cariati Antonino Fonsi che ritiene di fondamentale importante un intervento di custodia e di tutela di una delle tradizioni secolari degli agricoltori. I pastori transumanti vengono vissuti come delle vere e proprie sentinelle dell’ambiente.

Oggi, questa pratica si è tradotta persino in brand per i tour operator i quali acquistano l’intero tragitto e lo trasformano in pacchetto da proporre ai turisti. Rigido il protocollo in materia di autorizzazioni igienico-sanitarie. Il bestiame viene sottosposto ad esami specifici per poi dare avvio alla transumanza che richiede un iter procedurale burocratico che andrebbe meglio coordinato e snellito.

Attraversata tutta la valle del Trionto, i vari sentieri, i percorsi naturali incontaminati ma un tempo «meglio manutenzionati dai lavoratori ex operai forestali che hanno rappresentato, prima che si desse vita ai tagli, un’economia per le piccole comunità dell’entroterra», ha rimarcato Ranieri Filippelli (allevatore associato Coldiretti).

«È auspicabile riprendere dalle scuole professionali le vecchie tradizioni di un tempo e associare la teoria alla pratica attraverso l’utilizzo delle aziende agricole», ha osservato poi l'allevatore Francesco Filippelli, preoccupato della mancanza di maestranze, con il passare degli anni qualitativamente non più come quelle d’un tempo.