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A prima vista sembrerebbe una storia di ordinario degrado, l'ennesima eterna incompiuta in terra calabra. In realtà questa struttura fatiscente nasconde anche una beffa. Avrebbe dovuto celebrare la tradizione della pesca e dei pescatori del vibonese e invece è diventato un simbolo di abbandono e incuria che mette a disagio i cittadini. Giorgio Canduci, figlio dell'ultimo Rais, ci confessa che per chi conosce la storia dei marinai di Bivona, è un vero dispiacere vedere la Loggia in quello stato.
Anche il patrimonio che doveva essere custodito nel mai nato "Museo del mare" è andato in parte distrutto assieme al naufragio delle buone intenzioni. Avrebbero dovuto essere installate delle telecamere per proteggere l'edificio e le imbarcazioni storiche che sarebbero state esposte al suo interno, ma invece nulla. Per tenere lontani i vandali solo dei faretti all'esterno e rimedi di fortuna come porte murate e inferriate che di certo non rendono fruibile lo stabile.
"Primo aprile, buongiorno Rais"- diceva un detto della marinata. La stagione della tonnara a Bivona partiva da questo soleggiato mese. Si sistemavano le imbarcazioni per la pesca del tonno che sarebbe finita al termine di giugno. Speravano in una corrente favorevole i pescatori, un po' come si augurano oggi i più arrabbiati attivisti del luogo per cambiare lo stato delle cose. Per Gianni Patania, segretario Confasi, sono inaccettabili le promesse disattese del sindaco Elio Costa che si era impegnato per un rilancio della zona proprio attraverso il museo che doveva sorgere nel sito.
Non restano che muri, nel vero senso della parola.