La questione dei rifiuti rischia l’ingovernabilità se non si perviene a immediati rimedi. Nella Sibaritide cresce lo stato d’emergenza già sollevato in reiterate occasioni. Ed ora spunta una interrogazione del capogruppo del M5s Davide Tavernise rivolta al presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto per scongiurare il rischio igienico-sanitario e «quali iniziative intende assumere per risolvere l’emergenza». «Non c’è affatto chiarezza sui ruoli che i diversi attori, sindaci, Ato Cosenza, Aro, struttura commissariale dell’autorità rifiuti e risorse idriche Calabria, devono svolgere in questa fase di passaggio al nuovo sistema definito dalla legge regionale 20 aprile 2022, n. 10».

Il pentastellato richiama alcuni dati nazionali che colloca la Calabria al penultimo posto in materia di raccolta differenziata (48%). «Solo a luglio 2022, prosegue Tavernise,  il commissario straordinario dell’autorità rifiuti e risorse idriche Calabria ha affermato alla stampa che grazie al rigoroso lavoro messo in campo i comuni e le Ato hanno tutti gli strumenti necessari a che la gestione dei rifiuti sia, e rimanga, ordinaria amministrazione e mai più emergenza. Allo stesso tempo ha sostenuto la possibilità, per la regione, di intervenire a supporto degli enti territoriali in difficoltà. La realtà, però, ci racconta l’ennesima emergenza igienico-sanitaria nella Sibaritide, con cumuli di rifiuti per strada e cassonetti stracolmi, soprattutto nel comune di Corigliano Rossano, dove risultano non raccolti oltre 300 tonnellate di maleodorante spazzatura». 

Nell’ambito delle attività dell’Ato i lavori risultano paralizzati per il mancato raggiungimento del numero legale, non a caso il commissario straordinario si è sostituito per la prosecuzione dei contratti. «I sindaci hanno chiesto al commissario l’individuazione del sito e della piattaforma per l’eco-distretto, sottolineando l’endemica carenza degli impianti di trattamento e smaltimento pubblici, ma anche la necessità di rivedere gli oneri di conferimento e trovare soluzioni immediate per il contenimento dei costi con i gestori degli impianti a servizio dell’Ato.

La situazione, insomma, vede certo direttamente coinvolta l’Ato Cosenza, per cui ripetutamente ho richiesto le dimissioni del presidente Manna, ma ora è tale per cui la regione non può non intervenire e per risolvere l’emergenza e per chiarire ruoli e funzioni dei vari enti nella fase di passaggio al nuovo sistema per come definito dalla recente legge regionale».