VIDEO | Per i proprietari dei fondi lo smottamento ha un'estensione doppia rispetto a quanto annunciato dalle autorità. I terreni sono irraggiungibili, mentre una fogna a cielo aperta attraversa gli uliveti
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«È un disastro e se qualcuno non viene a darci una mano, qui rischiamo di sprofondare». Ha lo sguardo sconsolato Giovanni Colicchia, mentre punta il dito verso la vallata di contrada Fondaco. Quel territorio ondulato che scendeva dolce verso il torrente Torbido è cambiato per sempre. Non è più la stessa terra che l’ha visto crescere: ha cambiato forma.
Dopo tre giorni la vallata continua a franare e gli abitanti di Sant’Anna di Seminara sono molto preoccupati. Il fronte dello smottamento, sostengono, è molto più ampio, almeno il doppio, dei 25 ettari dichiarato dalle autorità nel vertice di martedì in prefettura a Reggio Calabria. In basso gli uomini della protezione civile stanno piantando dei picchetti nel terreno per capire se la terra sta continuando a muoversi. I cittadini di Sant’Anna, i proprietari dei fondi interessati dallo smottamento sanno che il problema non si concentra solo nella parte sottostante la strada franata, ma riguarda tutta la vallata.
«La frana riguarda un territorio di 50 ettari – tuona Carmelo Turri, proprietario di un fondo – qualcuno deve venire qui e dirci cosa dobbiamo fare».
E per dimostrare che hanno ragione ci accompagnano in una lunga camminata che parte dalla strada franata tra sabato e domenica scorsi, nella notte in cui è anche esplosa una conduttura del gas, fino al torrente Torbido. E da lì al vallone Sant’Anna, due corsi d’acqua che delimitano a sud l’ampia vallata.
Un evento che ha messo in ginocchio le 20 aziende olivicole che lavorano in questa zona. Proprietari e operai non possono più accedere ai fondi perché la ragnatela di strade interpoderali è completamente distrutta. «Sono un operaio che lavora con una delle aziende olivicole – spiega Michele Lombardo –, se non rimetteranno in sesto le stradine non potremmo rimetterci a lavorare e rischiamo di perdere il lavoro». Anche un altro proprietario di un fondo di 3 ettari protesta e attende risposte. «Questa terra ci dà da vivere – sostiene Carmelo Scarcella – paghiamo le tasse, il consorzio di bonifica, ma non possiamo lavorare. Cosa faremo se non interverranno in tempi rapidi?».
Crepe e smottamenti, in effetti, segnano in maniera evidente il terreno, strade interpoderali distrutte e fuori asse; case e capanni crollati. Un capanno è letteralmente scivolato verso valle per lo spostamento della strada franata. L’immobile è almeno a 20 metri da dove si trovava fino alla scorsa settimana. Una casa un po’ più giù è stata stritolata dal terreno e un pezzo di muro è crollato. Sembra di camminare su un territorio bombardato da poco.
Arriviamo al torrente Torbido, la morfologia del territorio è completamente cambiata. «Quasi non riconosco questo posto – spiega Lombardo – tre mesi fa qui ho lavorato per mettere le reti, era in pianura, adesso è tutto cambiato». Il terreno che costeggia il terrente, infatti, è un ammasso di banchi di terra che spingono verso l’acqua.
Ritorniamo indietro in direzione del paese per raggiungere il vallone Sant’Anna. Tagliando la vallata da un punto all’altro ci imbattiamo in una fogna, distrutta dalla frana, che si è trasformata in un piccolo torrente nauseabondo che scorre tra i campi. Arrivati al vallone Sant’Anna, 30 metri sotto l’abitato di Sant’Anna, le crepe nel terreno sono ben visibili.
«Qui non sono neanche venuti a dare un’occhiata – attacca Luigi Foti – siamo a soli 30 metri dal paese, il torrente prima si attraversava a piedi e adesso è sceso di almeno 5 metri. Devono dirci se siamo al sicuro o se corriamo pericoli».
Vorrebbero saperlo, soprattutto le 25 persone sgomberate domenica mattina. Le loro case sono a ridosso della vallata e per non correre pericoli il sindaco ha emanato un'ordinanza che permetta alla protezione vicile di valutare con calma la situazione. Gli uomini della prociv infatti hanno piantato dei picchetti anche nell'abitato di Sant'Anna per monitorare eventuali movimenti anche in paese.