VIDEO | Le due grotte sono state individuate «in maniera abbastanza fortuita» da alcuni escursionisti scillesi. Adesso, tramite le guide, sono fruibili da visitare ma non ancora mappate
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Una scoperta fortuita quella che gli escursionisti scillesi hanno fatto riportando alla luce e rendendo fruibile delle grotte non ancora mappate. Dopo averle studiate per terra e per mare hanno deciso di renderle visitabili.
La scoperta
Così Angela Latella presidente dell’associazione Magna Graecia Outdoor e Giovanni Luca Bellantone del direttivo, ci hanno accompagnato a scoprire le bellezze nascoste di Scilla tramite un percorso via mare che è possibile effettuare tramite le guide.
Dopo l’entusiasmante scoperta della prima grotta, denominata “di Glauco”, sempre sulla stessa scogliera sono state individuate altre due cavità interessanti che hanno portato ad un’ulteriore ricerca per fare luce sulla storia di questo tesoro nascosto.
Le Grotte
Le grotte, ci spiega Giovanni Luca, «si trovano sulla scogliera occidentale di Scilla. La scogliera Pacì. Sono state scoperte in maniera abbastanza fortuita. Mi trovavo a camminare lungo questa scogliera e ho visto un anfratto. Sono andato dentro ad esplorare e ho visto che c’era una cavità che portava al mare. E così è stata scoperta la prima grotta che abbiamo chiamato di “Glauco”. Questo nome ha vari motivi che si ricollegano alla mitologia di Scilla.
È una grotta anche panoramica con affaccio diretto sul Castello dell’acqua. È una cosa fantastica perché andando da terra ci si inoltra nei meandri sotterranei poi si arriva livello del mare ci si trova questo panorama mozzafiato. A fianco abbiamo continuato, incuriositi, l’esplorazione della scogliera. Abbiamo trovato tanti altri anfratti le abbiamo dedicati a Circe e Polifemo, Ulisse, alle sirene. E ci siamo ricollegati alla mitologia originaria delle sirene che non erano conosciute come donne metà donna e metà pesce ma metà rapaci».
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