L'associazione ribatte alle affermazioni del presidente Ferrari: «Preoccupati da come l'ente interpreta il suo ruolo, chiederemo al Ministero un intervento urgente per esercitare le proprie funzioni di sorveglianza sulla gestione»
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«La replica del presidente della Provincia di Crotone Sergio Ferrari che, quale Ente gestore dell'Area Marina Protetta Capo Rizzuto, ritiene di non avere responsabilità e competenza sui fatti descritti nella precedente nota stampa di Legambiente Calabria, evidenzia una fondamentale inconsapevolezza degli obblighi che derivano dall’affidamento in gestione dell'area stessa». A scriverlo, in una nuova nota, è l’associazione ambientalista che aveva sollevato il caso.
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«Senza entrare in inutili polemiche – prosegue –, poco funzionali allo scopo della nostra Associazione di pervenire ad una congrua tutela di un bene collettivo importantissimo ed allo stato ben poco salvaguardato, ci limitiamo ad allegare la convenzione per la gestione dell’Area Marina protetta, firmata dalla Provincia con il Ministero della Transizione Ecologica nell'anno 2021, invitando tutti alla lettura, a partire dall'intero art. 3 in cui viene esplicitato che “il soggetto gestore garantisce il perseguimento delle finalità e il rispetto delle norme di tutela di cui al decreto interministeriale del 27 dicembre 1991, istitutivo dell’area marina protetta “Capo Rizzuto”, coerentemente alle previsioni di cui all’art. 27 della legge 31 dicembre 1982, n. 979, e di cui all’art. 19 della legge 6 dicembre 1991, n. 394”».
«E non solo – si legge ancora –, anche i commi 2 e 3 dell’articolo 3 richiamati dal presidente Ferrari, che, comunque, devono essere rispettati dalla Provincia stessa, affermano che “al fine di assicurare il raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1 il soggetto gestore provvede ad adottare tutte le misure necessarie affinché siano portati a conoscenza della generalità dei cittadini, l’estensione, i confini e la zonazione dell’area marina protetta, in particolare provvedendo alla posa in opera e alla manutenzione dei segnalamenti marittimi, nonché le attività vietate e quelle consentite all’interno della stessa”. Infine, “il soggetto gestore ha l’obbligo di comunicare alla Direzione qualsiasi fatto ed evento, anche potenzialmente, in grado di arrecare danni e/o alterazioni al patrimonio naturale e/o di compromettere le finalità di tutela dell’area marina protetta”».
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«Ricordiamo, inoltre, che la gestione dell’Area Marina protetta Capo Rizzuto, in cui insistono siti della rete europea natura 2000 e la zona demaniale costiera, è soggetta alle norme comunitarie ed è disciplinata dalla normativa nazionale sulle aree protette come la legge n. 394/1991 e ss.mm.ii. che vieta, ad esempio, ogni forma di discarica di rifiuti solidi e liquidi», aggiunge Legambiente.
E conclude: «Siamo molto preoccupati di come la Provincia di Crotone interpreta il suo ruolo e per evitare equivoci chiederemo al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica un intervento urgente per esercitare le proprie funzioni di sorveglianza sulla gestione dell’Area marina protetta Capo Rizzuto affidata alla Provincia di Crotone».