VIDEO | Il sindaco di Corigliano-Rossano irrompe in quella che potrebbe essere la vigilia della più grande emergenza rifiuti mai vissuta in Calabria: «I Comuni non hanno i soldi per pagare i debiti. Ma è pur vero che negli anni hanno subito scelte scellerate e incondivisibili».
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I comuni calabresi hanno, tutti, oggettive difficoltà ad onorare gli impegni economici verso la Regione rispetto alla quota parte dovuta per la gestione del grande sistema rifiuti. Una difficoltà che scaturisce per due motivi. Il primo problema, meramente tecnico e gestionale, è il lassismo cronico dei municipi (sempre con il braccino corto) nel versare puntualmente ogni anno nelle casse dell’ente regionale i contributi per lo smaltimento della benedetta monnezza. Una cattiva abitudine che si trascina da decenni e che oggi pare essere arrivata al suo culmine e senza via d’uscita. Perché di cittadini che pagano i tributi ce ne sono sempre meno; la Regione a sua volta non ha più soldi per anticipare le spettanze dovute ai gestori degli impianti di conferimento dei rifiuti; e a loro volta i gestori degli impianti, non avendo liquidità e non potendo onorare stipendi e commesse, si ritorcono contro le popolazioni (e quindi contro i comuni), minacciando la chiusura degli impianti. E questo è un primo aspetto.
Poi c’è il secondo problema, di natura squisitamente politica e amministrativa, in quanto – oggi – i comuni pagano (o dovrebbero pagare) le scelte di decenni di gestione del sistema rifiuti calabrese che da un lato è stato poco lungimirante (nonostante 15 anni di commissariamento che avrebbe dovuto mettere tutto apposto), tant’è che siamo punto e a capo, e dall’altro non ha minimamente coinvolto gli enti locali nelle scelte.
L’attacco al sistema
A parlare di questo stato di contraddizioni palesi, che assomiglia più ad un cane che si morde la coda e che finisce sempre per penalizzare i cittadini, è il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi: oggi primo cittadino della terza città della Calabria, ma appena ieri tra i principali contestatori del sistema rifiuti della nostra regione: Una “guerra” che va avanti dal lontano 2006.
«Gli ATO? Così non vanno bene»
«Nessun comune (pur inadempiente, ndr) – dice Stasi – può permettersi di fermare il servizio di raccolta rifiuti. Pertanto ritengo che la Regione debba intervenire in questa situazione». E già, perché sarebbe troppo semplice far ricadere la colpa solo sui comuni. E poi se un’intera regione rimanesse sommersa dai rifiuti la responsabilità non la si potrebbe far ricadere certo solo sui sindaci. Soprattutto su quelli che nell’arco dell’ultimo decennio, pur tra mille difficoltà culturali e strutturali, pur con metodi ormai superati e antiquati, hanno comunque avviato quelle politiche di raccolta differenziata che un tantino di refrigerio ad un sistema farraginoso e dispendioso lo hanno pur portato. Quel sistema che ancora oggi provocherebbe disfunzioni abnormi. «Io sono sempre stato critico – aggiunge il sindaco corissanese - rispetto alla perimetrazione degli ambiti territoriali (i cosiddetti ATO). L’ambito di Cosenza è talmente tanto grande e complesso da essere ingestibile».
La trattativa Stato-Regioni-Comuni per superare l’emergenza
Ecco, allora, che Stasi chiama in causa l’intervento della Regione ma anche quello del Governo. «Lo abbiamo chiesto nei giorni scorsi al Prefetto di Cosenza – ricorda il primo cittadino – affinché si faccia carico di aprire una trattativa con i ministeri competenti, perché i costi enormi di questo ciclo di rifiuti graverebbero sui Comuni e i Comuni oggi non hanno la forza economica di sopportare costi di questo tipo».
Una sanatoria, un abbuono, uno sconto, una rottamazione, un saldo e stralcio per i Comuni calabresi che hanno milioni e milioni di euro di debiti nei confronti della Regione rispetto alla “tassa rifiuti”? Questo Stasi non lo dice (del resto non spetta a lui) ma di una cosa è certo: «Nessuno vuole rifuggire dalle responsabilità degli enti locali, però abbiamo bisogno degli strumenti per risolvere il problema».
«Non possiamo pagare le nefandezze del commissariamento»
Un problema che, rimarca ancora Flavio Stasi, non sarebbe stato creato solo dai Comuni. «Porto un esempio su tutti» e qui lo sfogo da ambientalista e movimentista anti-sistema: «Noi paghiamo dei costi enormi sui rifiuti per il deficit impiantistico della provincia di Cosenza. Ed è un deficit impiantistico che sicuramente non hanno causato i Comuni. Bensì dalle amministrazioni regionali che si sono succedute nel tempo e anche dai governi che attraverso i commissariamenti, nonostante abbiano speso miliardi di euro, non hanno imbastito un sistema di impianti efficiente». E si è arrivati, così, alle porte dell’ennesima emergenza. «Questo – si chiede Stasi – lo devono pagare i Comuni? Oppure i Comuni devono trovare soluzioni a questioni che commissari con poteri speciali non hanno trovato per 15 anni? Io credo che questo non sia corretto perché non si può caricare sui cittadini calabresi le nefandezze di anni di gestione regionale e commissariale».
Intanto, una nuova emergenza rifiuti - probabilmente la più grande ed importante di tutti i tempi - bussa alle porte della Calabria. E i sindaci hanno paura, più di chiunque altro. Perché starà a loro giustificare le falle di un sistema, nonostante loro abbiamo colpe realtive.