A pochi passi dalla stazione centrale di Lamezia Terme c'è una enorme fabbrica abbandonata. E' l'ex Zuccherificio, chiuso negli '70 e rimasto come un monumento di archeologia industriale. Al suo interno, chiuso alla vista dei curiosi, si possono ancora ammirare molti oggetti e macchinari dell'epoca. Adesso, purtroppo, è anche utilizzato come ricovero di fortuna di alcuni senza tetto.

 

I NUMERI - Lo stabilimento è di proprietà della Cissel, Compagnia industrie saccarifica Sant'Eufemia Lamezia, edificato negli anni '30 dai fratelli Massara, originari di Limbadi. Quando i proprietari decisero poi, negli anni '60, di costruire un nuovo impianto a Strongoli, l'intera struttura è stata lasciata li in abbandono. Un milione e duecento mila quintali di bietole lavorate in ogni stagione saccarifera. Ventimila quintali di bietole lavorate al giorno. Seicento operai impiegati all'interno dello stabilimento, più tutto l'indotto esterno. Cento camion al giorno in arrivo nel piazzale per portare via lo zucchero raffinato. Ottocento libri di nafta bruciata ogni giorno per far funzionare l'impianto.