Alla foce della fiumara, il solito degrado. Abbandono e rifiuti pericolosi continuano a dominare la scena sull’argine del Mesima. Al confine tra le province di Reggio e Vibo nulla è cambiato. Il fiume storicamente inquinato rimane un osservato speciale anche se dei suoi effetti nocivi sul mare, per ora, quest’anno, nessuno si lamenta. Né i bagnanti di San Ferdinando, né i pescatori. Neanche sul lato nord, a Nicotera, forse complice la recente campagna elettorale finita, non si sentono i venti di guerra del passato, ma i pareri sono discordi. Rassegnazione o voglia di tutelare l’immagine turistica che sia, si va al mare incrociando le dita. A San Ferdinando il famigerato canalone che sversava i liquami dall’area portuale sembra sotto controllo, lo stesso a Nicotera è per il fosso San Giovanni. Dal Municipio del centro reggino, però, è partita una lettera indirizzata alla regione in cui, visti i tempi lunghi del progetto per la maxi bonifica del Mesima, si chiede la solita autorizzazione a sbarrare la foce per filtrare il più possibile l’acqua del fiume. In mancanza della cura definitiva, si pensa a prevenire ma, intanto, al Comune di Rosarno non costerebbe molto rimuovere queste microdiscariche ed evitare che si riformino.