La Federcaccia riesce nell’impresa di mettere attorno allo stesso tavolo la politica, l’associazione venatoria ed i rappresentanti del settore agricolo. Sullo sfondo una serie di problematiche da tempo in attesa di una soluzione, sottolineate dal presidente provinciale di Cosenza della Federcaccia, Francesco Antonio Greco: «Il riconoscimento dei danni agli agricoltori, il riconoscimento delle attività di vigilanza venatoria, l’erogazione delle risorse agli Ambiti Territoriali di Caccia affinché possano svolgere le proprie funzioni».

 

24 milioni bloccati dal 2013

Non si tratta di bruscolini, ma di 24 milioni di euro già versati dai cacciatori nelle casse della Regione attraverso il pagamento delle tasse annuali per il rinnovo della licenza. La Legge 9 del 96, ripartisce chiaramente queste risorse destinandone il 50 per cento ai piani faunistico-venatori, il 10 per cento per risarcire i danni alle produzioni agricole, il 10 per cento alle associazioni venatorie per le attività di ripopolamento della fauna, di prevenzione incendi e di vigilanza esercitate sul territorio. Dal 2013 i soldi sono rimasti congelati. Il consigliere delegato Mauro D’Acri ha assunto un impegno formale: «Tutti coloro che hanno già consegnato la documentazione, in breve tempo saranno pagati. La partita va chiusa poiché è divenuta insostenibile».

 

I danni provocati dai cinghiali

Si è discusso anche del disciplinare dell’attività venatoria, in relazione al proliferare dei cinghiali. La caccia è aperta dal 29 settembre al 31 dicembre per tre giorni la settimana, ma in relazione all’emergenza dettata dalla diffusione di questo animale selvatico, si pensa ad un ampliamento. All’incontro sono intervenuti tra gli altri, anche Paola Granata, presidente di Confragricoltura Cosenza, Luca Pignataro, presidente della Cia Calabria Nord e Franco Aceto, presidente di Coldiretti Cosenza.