Di sicuro c’è che il Cipess ha rinviato la sua decisione sull'approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto. Scelta prevista ma non per questo passata inosservata a chi, come il comitato Invece del Ponte, ritiene che dietro agli slogan e alle certezze esibiti dal governo non ci sia concretezza: «Niente botto di fine anno», è il commento che accompagna il rinvio.

Il rallentamento non è il primo (basti ricordare che il ministro Salvini aveva previsto per l’estate 2024 l’avvio dei cantieri) e in questo caso è dovuto al parere della Commissione Via del ministero dell’ambiente: favorevole con prescrizioni. Il punto sono proprio le prescrizioni, in alcuni casi particolarmente delicate, specie in relazione all’impatto ambientale irreversibile dell’opera su numerosi siti di primaria importanza, come le Zone di Protezione Speciale (Zps) e le Zone Speciali di Conservazione (Zsc) di: Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennamare, Area Marina dello Stretto, Costa Viola e i Fondali da Punta Pezzo a Capo dell’Armi.

Rispetto a queste osservazioni sarà necessario coinvolgere l’Unione europea che, per altre opere considerate strategiche, ha concesso in passato alcune deroghe. In sostanza, il Sì potrebbe arrivare a gennaio, nella riunione prevista il 15. Il comitato, però. sottolinea che «le direttive europee in difesa dell’ambiente sono fondamentali e difficilmente aggirabili. La richiesta di deroga, se mai verrà formalizzata, si preannuncia complessa, e il suo esito tutt’altro che scontato».

«Da marzo 2023 fonti ministeriali e stampa hanno ripetutamente sbandierato date e scadenze, puntualmente disattese. Nel frattempo - prosegue il comitato - il progetto del Ponte continua a drenare risorse preziose, distogliendo fondi da interventi realmente necessari per il territorio. L’ultimo caso è rappresentato dal miliardo e mezzo stanziato nella legge di bilancio, sottratto a infrastrutture essenziali, trasporti locali e manutenzione delle aree a rischio idrogeologico. In questo contesto un vivo apprezzamento va rivolto al Comune di Villa San Giovanni ed alla Città Metropolitana di Reggio Calabria per aver deciso di presentare ricorso al Tar contro il parere della Commissione Via, dimostrando un impegno concreto per la tutela del territorio e dei diritti delle comunità locali. Al contrario, rileviamo l’inerzia dell’amministrazione messinese, che, condizionata dalla recente svolta politica verso il centrodestra, ha finora scelto di non intraprendere alcuna azione in merito».