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I sei quesiti referendari per l'abrogazione di alcune parti dell'art. 38 dello Sblocca Italia e di alcune norme ad esso correlate, e dell'art. 35 del Decreto sviluppo, "promossi unitariamente dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome ed approvati fino ad ora da otto Assemblee legislative regionali (Basilicata, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto e Calabria)", saranno depositati mercoledì 30 settembre, alle ore 9.30, presso gli uffici della Corte di Cassazione.
Si tratta di disposizioni in materia di ricerca ed estrazione di idrocarburi. Lo ha reso noto - attraverso l'ufficio stampa - il presidente del Consiglio regionale della Basilicata Piero Lacorazza (Pd), che ha promosso i quesiti e rappresenterà la Basilicata, Regione capofila dell'iniziativa referendaria, con i consiglieri regionali Aurelio Pace (Gruppo Misto) e Giovanni Perrino (M5s). "Siamo di fronte a un fatto di grande rilevanza - ha evidenziato Lacorazza - poiché già otto Regioni, quasi tutte all'unanimità, hanno approvato la proposta di quesiti referendari avanzata dal Consiglio regionale della Basilicata e fatta propria all'unanimità dall'assemblea plenaria dei presidenti delle Assemblee legislative regionali. A queste otto Regioni andrebbe aggiunto anche il voto del Consiglio regionale della Sicilia che si è espresso a favore dei quesiti ma per una manciata di voti non ha raggiunto il quorum previsto, e il pronunciamento della Regione Lombardia che ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale l'art. 38 dello Sblocca Italia. Decisioni di istituzioni che, al di là del colore politico delle amministrazioni regionali, hanno inteso riaffermare un principio: non si può decidere il futuro dei territori escludendo le Regioni e gli enti locali- Domani – aggiunge il presidente del Consiglio regionale lucano – altre quattro Assemblee legislative si riuniranno per discutere e deliberare sui referendum: quelle di Campania, Liguria, Emilia Romagna e Umbria. Ma dopo il 30 settembre anche gli altri Consigli regionali, in ogni caso, dovranno discutere dei quesiti, per onorare l'impegno assunto in assemblea plenaria e per rispondere alle sollecitazioni di forze politiche e gruppi consiliari. Un risultato importante se si considera che il percorso referendario è stato costruito in sole due settimane, a partire dall'assemblea plenaria dell'11 settembre che ha formalizzato la proposta.
Ringrazio quindi i presidenti delle Regioni, che hanno assunto l'onere di questa iniziativa in un spirito unitario con i presidenti e delle Assemblee legislative, i partiti politici e i gruppi consiliari. Anche così, ne sono davvero convinto, si arricchisce lo spirito di leale collaborazione fra le Regioni e lo Stato. E soprattutto – conclude – si ravviva la democrazia, le consapevolezza e la partecipazione dei cittadini".