Tutti gli articoli di Ambiente
PHOTO
Ciclicamente, come uno spettro, la questione dei detriti radioattivi torna a terrorizzare i calabresi. Sotterrati nel terreno chissà dove o affidati al ventre metallico di navi affondate a cavallo degli anni ’80 e 90’ nel Mediterraneo.
A rispolverare la questione, in un servizio che ha avuto una vasta eco, l’inviato delle Iene Giulio Golia. Che nell’inchiesta andata in onda martedì scorso, è sbarcato nel Catanzarese, sul versante jonico del Soveratese, percorrendo le spiagge più rinomate, da Copanello a Calalunga, passando per Montauro e Montepaone. Ebbene, in questa zona, sarebbero stati registrati livelli allarmanti di radiazioni. L’allarme ha avuto conseguente concrete, con l’arrivo, già da ieri, dei carabinieri del Noe di Catanzaro e Vigili del fuoco del nucleo specializzato nella gestione delle scorie radioattive, chimiche, nucleari e batteriologiche. L’attenzione è massima. Si procede senza sosta a rilievi e carotaggi alla ricerca di tracce di attività radioattiva.
Sì, ma qualora ci fossero, radiazioni provenienti da dove? Alcuni ritrovamenti sospetti avvenuti nella zona, condurrebbero proprio alle cosiddette navi dei veleni, che dal fondo del mare, rilascerebbero costantemente pericolosissime radiazioni. Causando l’incremento di malattie neoplastiche, e agendo sul Dna in maniera imprevedibile. Una questione sulla quale l’Arpacal, l’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, ha rassicurato prima di tutto il sindaco di Montauro, Pantaleone Procopio, promettendo risposte tempestive sulla reale situazione ambientale dell’area e sull’effettiva presenza di inquinamento radioattivo.
Loredana Colloca