Conferenza stampa questa mattina dei vertici di Legambiente-Goletta Verde sullo stato di salute degli impianti di depurazione in Calabria. Le maggiori criticità rilevante, rispetto ai 24 punti monitorati, riguardano le zone del Crotonese e del Reggino. Ad incidere notevolmente i canali e le foci. È quanto è emerso nel corso dell'incontro tenuto questa mattina a Corigliano Rossano alla presenza di Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria; di Caterina Cristofaro, direttrice di Legambiente Calabria;  Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente; e di Isabella Vulcano di Legambiente Corigliano-Rossano. Presente anche Sergio De Caprio, assessore all'Ambiente della Regione Calabria e Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano.

I punti analizzati da Legambiente

Il monitoraggio delle acque in Calabria è stato eseguito dall'8 al 21 luglio scorsi da volontari e volontarie dell'associazione. «I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo».

«In Calabria sono stati 6 i punti monitorati in provincia di Cosenza, tutti risultati entro i limiti di legge. Si tratta del punto sulla spiaggia di fronte al canale del pescatore a Villapiana Lido; del punto sulla foce del Crati in località Laghi di Sibari, nel Comune di Cassano Jonio; del punto sulla spiaggia di fronte al torrente Coriglianeto in località Marina di Schiavonea a Corigliano Calabro; di un punto sulla spiaggia di fronte la foce del torrente Colognati a Marina di Rossano; di un punto sempre sulla spiaggia presso la foce del fiume Bagni, al confine tra i territori comunali di Acquappesa e Guardia Piemontese e infine su un punto sulla spiaggia presso la foce del Noce a Tortora Marina.

3 i punti indagati da Goletta Verde in provincia di Crotone, tutti risultati “fortemente inquinati”: il punti sulle foci dei fiumi Passovecchio e Esaro, entrambi a Crotone, e un punto sulla foce del canale presso la spiaggia in località Le Castella a Isola di Capo Rizzuto. In provincia di Catanzaro sono stati analizzati 3 punti. Uno, sulla spiaggia nei pressi del fosso Beltrame, tra i Comuni di Montepaone Lido e Soverato, è risultato “fortemente inquinato”; gli altri due sono risultati entro i limiti di legge. Sono i punti sulla spiaggia presso la foe del torrente Spilinga tra Lamezia Terme e Gizzeria, e sulla foce del fiume Savuto a Nocera Terinese.  

 

7 i punti monitorati in provincia di Reggio Calabria. Sono risultati entro i limiti quello sulla spiaggia di fronte al canale sul lungomare in via Colombo a Marina di Gioiosa Ionica e quello sulla spiaggia libera in località Annà a Melito di Porto Salvo. “Fortemente inquinati” gli altri 5 punti in provincia. Sono sulla spiaggia dove c'è la foce del fiume Pantano Grande, in località Sabbie Bianche nel Comune di Brancaleone Marina, sulla foce del torrente Annunziata presso il lido comunale di Reggio Calabria, sulla foce del torrente a Bagnara Calabra, sulla foce del Petrace a Gioia Tauro e sulla foce del Mesima a San Ferdinando. Infine 5 i punti monitorati da Legambiente in provincia di Vibo Valentia. Sulla spiaggia nei pressi della foce del torrente San Giovanni a Marina di Nicotera e sulla spiaggia vicino la foce del fosso Sant'Anna in località Bivona a Vibo Valentia. Sono stati giudicati “inquinati” i punti sulla foce del torrente Ruffa, in località Turiano a Ricadi, e sulla foce dell'Angitola in località Calamaio a Pizzo. “Fortemente inquinato”, infine, il punto sulla foce del torrente Murria in località Piana di Vada a Briatico».

L'erosione costiera

Sul fronte dell’erosione costiera si sottolinea come «negli ultimi trenta anni si riscontri la perdita di almeno 200 km di coste basse con un arretramento medio di circa 25 metri».  

Tra i temi affrontati: la tutela della biodiversità in Calabria e la promozione  della gestione integrata della costa calabrese con il fine di rendere più efficace la tutela degli ecosistemi marini; dare attuazione alla strategia marina e aumentare la protezione del mare, migliorando la gestione dei siti marini della rete Natura 2000 e aumentando la tutela effettiva della costa attraverso l'istituzione di altre aree protette regionali costiere; la riduzione dello sforzo di pesca che consenta il ripopolamento di specie ittiche e la tutela di ecosistemi marini vulnerabili.