«Non ho visto né droni, né elicotteri, sorvolare la costa di Nicotera ed è per questo che chiediamo alla Regione un maggiore controllo per preservare la balneabilità del mare». Pesa bene le parole, il sindaco Giuseppe Marasco, che senza sollevare polemiche verso il governatore Occhiuto - del quale anzi sottolinea «l'innovazione nella scelta di mettere il tema del mare pulito ai primi posti della sua agenda» - chiede quei controlli che fin qui non ci sono stati.

Sebbene Nicotera sia la località terminale di quella parte di Tirreno passata al setaccio, appunto a partire da Tortora, nel Cosentino, fino alla cittadina che segna il confine tra Vibo Valentia e Reggio Calabria, in due circostanze il primo cittadino di centrodestra ha dovuto fare i conti con una certa solitudine.

«Il mare è stato bellissimo - prosegue - ma in alcune circostanze è diventato di colpo verdastro. Ho documentato anche attraverso dei video una strana concomitanza: quando il mare si è sporcato, anche il fiume Vena, un affluente del Mesima, era della stessa colorazione».

Marasco mette sul banco degli imputati questo corso d'acqua, che passa da Rosarno - dove in passato sono stati documentati anche degli allacci alla rete fognaria - ma anche il depuratore consortile di Gioia Tauro.

«Credo che se si decidesse di portare anche qui i controlli dal cielo - conclude Marasco - si scoprirebbero le cause di una colorazione del tutto respingente che arriva anche fino a Palmi e si potrebbe risolvere, se non del tutto almeno per l'80% il problema».

Invoca controlli, il sindaco, che chiarisce come «vista l'esiguità della nostra pianta organica, noi più di questo non possiamo fare».