VIDEO | La manutenzione dei corsi d’acqua è un rimpallo di competenze che si trascina da anni. Il presidente di Assocomuni: «Serve un tavolo tecnico con gli enti competenti, dalla Regione e la Città Metropolitana fino ai comuni»
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«Finora solo promesse, ci sentiamo abbandonati», «Si aspetta sempre che ci sia il danno, poi si muovono tutti», «Ci deve essere qualcuno preposto alla bonifica di questi luoghi, chiediamo che si intervenga». Sono queste le parole di alcuni cittadini ardoresi, ai nostri microfoni, allarmati per la situazione di abbandono in cui versa la fiumara Condojanni tra i comuni di Ardore e Sant’Ilario dello Ionio, nella Locride, dove il regolare deflusso dell’acqua è ostruito dalla fitta e alta vegetazione che crea una vera e propria barriera.
Restando nel comprensorio locrideo non va meglio a Brancaleone, dove la totale occlusione di alcuni corsi d’acqua per la mancata manutenzione degli alvei, per di più in zone densamente popolate, ha già causato ingenti danni negli anni scorsi a seguito del maltempo.
Una situazione, per la verità, facilmente riscontrabile in numerosissimi comuni della Città Metropolitana e, in generale, della nostra regione. La materia della competenza per la manutenzione dei corsi d’acqua, complice una copiosa giurisprudenza sviluppata negli anni, si presta a molteplici interpretazioni, finendo per cristallizzarsi in continui rimpalli tra i diversi enti territoriali. A farne le spese sono però i cittadini che continuano a chiedere risposte certe.
«La pulizia di valloni e piccoli corsi d’acqua che attraversano il centro abitato grava essenzialmente sui comuni - ha spiegato Vincenzo Maesano, presidente dell’assemblea dei sindaci della Locride - sono interventi sicuramente impegnativi e costosi ma che possono sopperire ad alcune problematiche anche se effettuati parzialmente. Ma interventi importanti quali sono ad esempio quelli nelle fiumare non possono gravare sui comuni. Si tratta di interventi straordinari che richiedono la sinergia di diversi enti ovvero i comuni, la Regione e la Città Metropolitana, ma anche degli altri enti vicini a queste istituzioni come Calabria Verde e i Consorzi di Bonifica».
Per provare ad uscire dall’impasse e fornire ai cittadini le risposte che meritano occorre però agire con azioni concrete. «È fondamentale, affinché si evitino dei disastri che sono spesso facilmente annunciabili, che ci sia un tavolo tecnico con questi enti per realizzare un piano di interventi strutturali andando ad individuare anche le risorse economiche, che rappresentano il vero problema. Una sinergia che potrebbe mettere in campo, come spesso fa, la Prefettura, perché solo con la condivisione della problematica questa potrà essere superata rispondendo finalmente alle esigenze dei cittadini».