La buona notizia riguarda i dati raccolti dall’Arpacal sulla salubrità dell’aria: i fumi scaturiti dalla combustione delle vasche di decantazione dell’ex Legnochimica non contengono sostanze tossiche.

 

Per questo il sindaco di Rende Marcello Manna ha proceduto alla revoca dell’ordinanza sindacale emessa venerdì scorso 9 giugno, con cui vietava tra l’altro, di tenere le finestre aperte nel raggio di un chilometro rispetto alla zona dell’ex stabilimento. Ma il problema della bonifica rimane.

 

La discussione aperta dal prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao, con l’intervento dei sindaci di Rende e Montalto Uffugo, Marcello Manna e Pietro Caracciolo, del consigliere provinciale delegato all’ambiente Francesco Gervasi, del rettore dell’Università della Calabria Gino Crisci, del dirigente della Protezione Civile Carlo Tansi, delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco, è orientata su due percorsi differenti con obiettivi ben precisi.

 

Nel breve termine si punta ad adottare tutti gli interventi necessari a scongiurare il rischio di nuovi incendi, nel lungo termine invece bisognerà lavorare per procedere ad una definitiva bonifica del sito.

«Al momento le vasche sono ricolme d’acqua – spiega il prefetto Tomao – Si è infatti proceduto all’allagamento dell’area per spegnere le fiamme. Ma si tratta di una soluzione tampone. L’acqua infatti è soggetta ad evaporazione e tra un paio di settimane il sito tornerà ad essere esposto al rischio di combustione.

 

Per questo stiamo valutando di riempire le vasche con terra e argilla. Un intervento non semplice da attuare ma che ci consentirà di evitare nuovi episodi di combustione».

 

Sulla bonifica il prefetto aggiunge: «Stiamo ragionando sulle modalità di risoluzione definitiva della questione. Apriremo quindi un ulteriore tavolo tecnico al quale mi auguro possano partecipare anche i commissari liquidatori della Legnochimica. Perché chiaramente – precisa Tomao – il fatto che l’azienda sia stata dichiarata fallita non esclude che la curatela fallimentare dovrà farsi comunque carico delle spese necessarie alla bonifica.

 

Chiaramente - conclude il prefetto - la bonifica stessa dovrà essere autorizzata dall’autorità giudiziaria, giacché il sito è sottoposto a sequestro».

 

Intanto la procura di Cosenza guidata da Mario Spagnuolo, sta vagliando le relazioni dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine per verificare se il rogo sia stato di origine dolosa e se, pertanto, vi siano stati comportamenti di rilevanza penale da perseguire e sanzionare.

 

Salvatore Bruno