VIDEO | Definita «inadeguata» la gestione della depurazione e dello smaltimento rifiuti. Il presidente Vignaroli: «Qui per approfondire»
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Piccoli comuni con quattro depuratori che però non funzionano perché sono vecchi e costano troppo; spazzatura differenziata dai cittadini che finisce però in discarica perché non ci sono abbastanza impianti per trattare la differenziata; grossi limiti di personale, mezzi e strutture dell’Arpacal e smaltimento illecito dei fanghi di depurazione. È questo lo scenario che si è delineato dinnanzi alla Commissione parlamentare d'inchiesta per le ecomafie, che ha terminato il primo giro di audizioni a Reggio Calabria. Nella seconda parte della giornata di ieri, sono stati sentiti il comandante regionale della Guardia di finanza Pietro Tucci, il direttore marittimo del corpo delle Capitanerie di porto-Guardia costiera Giancarlo Russo, i comandanti del Noe di Catanzaro Giuseppe Nisticò e di Reggio Calabria Alfio Raciti, e il comandante regionale dei Carabinieri forestali Giorgio Maria Borrelli. Tucci ha riferito in merito a operazioni della Guardia di finanza e a casi di affidamenti diretti del servizio di igiene urbana da parte di Comuni. Russo ha parlato della situazione critica dei depuratori nella regione, con un grave impatto sull’ambiente: oltre al mancato o all’inefficace funzionamento, si osserva anche in molti casi lo smaltimenti illecito dei fanghi di depurazione. Russo ha riferito anche in merito ad un’operazione delle Capitanerie di porto-Guardia costiera sul traffico illecito di rifiuti ospedalieri anche infettivi tra la Sicilia e la Calabria.
La depurazione in Calabria
Altra nota dolente, la depurazione. Sulla situazione ha riferito anche Borrelli, spiegando come negli anni ’80 e ’90 siano proliferati gli impianti: oggi, secondo quanto dichiarato dal comandante, ci sono piccoli Comuni anche con tre o quattro depuratori la cui gestione è però difficoltosa, sia per l’età avanzata degli impianti, sia per le piccole dimensioni degli enti. Sul fronte del ciclo dei rifiuti ha inoltre spiegato come esistano casi in cui la frazione umida da raccolta differenziata viene poi mandata, tramite un declassamento del rifiuto, a smaltimento in discarica, a causa della mancanza in Calabria di un numero sufficiente di impianti di compostaggio.
Le difficoltà nella provincia di Reggio
Circostanza quest’ultima confermata anche dai Noe, che hanno parlato di casi nella provincia di Reggio Calabria in cui il declassamento del rifiuto organico da raccolta differenziata e la sua destinazione allo smaltimento sono disposti attraverso ordinanze sindacali contingibili e urgenti. Inoltre, i rappresentanti dei Noe hanno spiegato che nella provincia di Reggio Calabria non ci sono al momento discariche in post gestione in regola. Alle domande della Commissione sui controlli operati da Arpacal, Raciti ha dichiarato che l’agenzia ha grossi limiti di personale, mezzi e strutture. Secondo quanto riferito da Raciti, Arpacal non ha la strumentazione per il controllo delle emissioni in atmosfera dell’inceneritore di Goia Tauro, né è in grado di controllare tutti i parametri necessari alla verifica della qualità del percolato.
«Queste prime audizioni a Reggio Calabria avevano lo scopo di fornirci un inquadramento generale. La situazione che è emersa è grave, adesso con altre missioni, audizioni, sopralluoghi e analisi di documenti la andremo ad approfondire. Tirare le somme è dunque prematuro, ma mi sento di dire che in Calabria occorre rispettare la normativa sui rifiuti e la depurazione delle acque e fare i controlli ordinari, che al momento risultano inadeguati», ha dichiarato il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli.