Servizi di prevenzione incendi raddoppiati sul territorio dopo il passaggio degli uomini del corpo forestale ai carabinieri. Il generale Tullio Del Sette, comandante dell’Arma, non ha dubbi: il riordino delle competenze deciso dal governo non ha inciso sulle attività svolte nell’ambito della repressione degli incendi. E però di risultati non se ne sono visti, alla luce dei drammatici roghi che hanno devastato la Calabria. E non solo la Calabria.

Un'azione criminale dietro gli incendi boschivi

Certo la siccità ha inciso: i terreni asciutti hanno favorito il rapido propagarsi delle fiamme. Ma la mano dell’uomo, ancora una volta è stata decisiva: migliaia di ettari di bosco sono bruciati per volontà criminale. Nel complesso sono seicento le persone fermate in Italia con l’accusa di incendio colposo o doloso. Una goccia nel mare rispetto all’ampiezza del fenomeno. Del Sette ha aperto, nell’Aula Magna dell’Università della Calabria, una giornata di studi dal titolo “La gestione del territorio dopo gli incendi boschivi: esperienze a confronto”. Un convegno nazionale necessario a fare il punto della situazione e ad adottare gli opportuni correttivi.

Dopo il parco del Vesuvio, focus sulla Calabria

Il 16 ottobre scorso erano stati passati ai raggi x gli incendi del parco del Vesuvio in un seminario a Napoli. Adesso l’attenzione si è spostata sulla Calabria. Al focus sui roghi che hanno devastato migliaia di ettari di bosco in tutta la regione, introdotto dai saluti del rettore Gino Crisci, è intervenuto anche il colonnello Giorgio Borrelli, comandante regionale dei carabinieri forestali. Presenti inoltre le maggiori autorità civili e militari del comprensorio. Adesso la sfida è anche quella di evitare, nelle operazioni di pulitura dei terreni bruciati, che si operino tagli indiscriminati anche di quelle piante non danneggiate dagli incendi estivi.

 

L'intervista al generale Tullio Del Sette:

Salvatore Bruno