Si tratta di una sequenza che permette di documentare la rapida evoluzione dei roghi che hanno interessato l'area e potrà essere utile per pianificare una riqualificazione del territorio. Divorati dalle fiamme circa 5400 ettari
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Una sequenza che permette di documentare la rapida evoluzione degli incendi che hanno interessato l’area dell’Aspromonte in particolare nella settimana che va dal 5 al 12 agosto, nella quale, oltre la perdita di vite umane, sono state devastate aree vegetate per una superficie stimata di circa 5400 ettari, considerando esclusivamente l’area più vasta interessata dal fuoco.
Si tratta dell'elaborazione realizzata su richiesta della Direzione scientifica dell’Arpacal dal geologo Luigi Dattola del Centro Regionale Geologia e Amianto che sarà trasmessa alla Regione ed agli enti territoriali competenti come elemento conoscitivo utile per le pianificazioni territoriali future visto che, in base alla legislazione nazionale, i Comuni interessati dagli incendi, nella loro pianificazione territoriale, dovranno interdire da qualsivoglia attività urbanistica, per molti anni, le aree interessate dal fuoco. Ciò non solo per pianificare una riqualificazione del territorio incendiato, ma anche per evitare speculazioni urbanistiche future.
«Grazie alla visualizzazione di ampie porzioni di territorio con buona risoluzione spaziale – commenta il geologo Luigi Dattola -i satelliti sono ormai ampiamente utilizzati per il monitoraggio del territorio. Tali capacità hanno reso possibile, in tempi molto rapidi anche se non in tempo reale, la visualizzazione dell’evoluzione che hanno avuto gli incendi in Aspromonte nella prima metà di agosto. Utilizzando i satelliti Sentinel 2, facenti parte del progetto Copernicus, programma ESA per l’osservazione della terra, si è elaborata una sequenza di immagini che va dal 18 giugno al 12 agosto».
“Le immagini – continua Dattola - raffigurano bene la tragica sequenza degli eventi e permettono una rapida visualizzazione del fronte reale del fuoco e della sua evoluzione nel tempo. In tali rappresentazioni si può riconoscere, a primo colpo d’occhio, come gli incendi si siano propagati interessando aree sempre più ampie».