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«Terminata la stagione venatoria, ci troviamo davanti un quadro sconfortante. Dati allarmanti e tali da imporre immediati provvedimenti». Secondo il Codacons occorre disporre il divieto assoluto di caccia in Calabria per gli anni a venire. «Le ragioni della proposta vanno ricercate nell’aumento degli incidenti e delle vittime, nell’incremento del bracconaggio, fino ai safari organizzati per cacciare specie protette. Il tutto avviene in un territorio martoriato dagli incendi e dalla siccità. Condizioni che finiscono per aggravare, ancor di più, la situazione ambientale ed influiscono negativamente sulla sopravvivenza della fauna selvatica. Solo la scorsa estate oltre 30mila ettari sono stati devastati dagli incendi mentre la siccità mina le capacità di sopravvivenza del patrimonio faunistico calabrese.
Consentire la caccia in queste condizioni appare davvero folle, anche perché in Calabria ai criminali nostrani si aggiungono quelli d’importazione che dalle regioni del nord, approfittando della stagione venatoria, invadono i nostri boschi per uccidere specie protette. È di pochi giorni addietro la notizia di frotte di “cacciatori” in trasferta che si sono riversati in Calabria per fare incetta di uccelli. Parliamo di oltre tremila animali uccisi solo in un fine settimana.Fauna protetta e non cacciabile, da portare sulle tavole del nord per condire la polenta».
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«Non possiamo assistere al progressivo impoverimento del territorio - incalza il Codacons - bisogna assumere decisioni drastiche, prima che finiscano completamente arse le nostre montagne e prima della progressiva scomparsa di tutti gli animali, già messi a dura prova dalle condizioni climatiche oltre che dalla barbarie umana. Il Codacons chiede al Presidente Oliverio di annullare le stagioni venatorie per i prossimi cinque anni. Si tratta di un gesto di responsabilità e di buon senso – sostiene il vicepresidente nazionale Francesco Di Lieto – alla luce di una situazione ambientale che evoca un disastro di proporzioni bibliche e non può che indurre il governatore ad un immediato intervento. Del resto - conclude il Codacons - la legge 157/92 consente alla Regione di “vietare o ridurre la caccia per sopravvenute particolari condizioni ambientali”».