Il commissario traccia il bilancio del primo anno di attività: «Siamo saliti su una macchina in corsa». E sulla siccità dice: «Speriamo che nevichi, dobbiamo ripristinare le nostre riserve d’acqua»
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«Più che la pioggia speriamo che quest’anno ci sia la neve. Abbiamo bisogno di ripristinare la nostra riserva di acqua, soprattutto per laghi, fiumi e invasi». Ad undici mesi dallo start del nuovo consorzio di bonifica della Calabria, il commissario straordinario Giacomo Giovinazzo traccia un primo bilancio.
«Sono stati undici mesi ricchi di eventi. Abbiamo compiuto una operazione unica in Italia, ovvero la strutturazione sull’intero territorio regionale di un solo consorzio di bonifica. È stata una palestra, siamo saliti su una macchina in corsa e abbiamo incontrato un percorso tortuoso».
La siccità, il grande ostacolo durante la stagione estiva e irrigua. Il commissario precisa che alcune difficoltà residuano ancora sul versante ionico ma «secondo gli agricoltori siamo riusciti ad eguagliare e in taluni casi a superare la capacità di fornitura di acqua del passato. Questo ci rende particolarmente orgogliosi e ci spinge ad andare avanti».
A conclusione del primo anno di attività già si organizza la nuova stagione irrigua. «In realtà ancora non si è conclusa dal momento che la scarsità di piogge non hanno consentito di chiudere tutti gli impianti. Alcuni resteranno aperti tutto l’anno per fornire acqua alle serre e a ridurre i rischi di gelo».
Giovinazzo affronta il tasto dolente della riscossione dei tributi. A luglio sono stati emessi i ruoli irrigui e tentate modalità di pagamento del tributo in modalità bonaria. «Abbiamo un tasso di riscossione tra il 60% e il 63%. Siamo soddisfatti ma dobbiamo andare avanti. Ai morosi che non hanno aderito alla modalità bonaria stiamo flangiando le bocchette d’acqua.
Siamo consapevoli, tuttavia, che avendo raggiunto questa percentuale di incasso, possiamo immaginare una apertura dei termini di pagamento. Non vogliamo procedere alla riscossione coattiva senza fornire una ulteriore finestra di rientro nei pagamenti. Il consorzio non vuole essere un ente che va contro gli interessi degli agricoltori ma per mantenere i servizi deve incassare denaro».
Per la prossima stagione estiva è stato individuato un nuovo approccio: «Turnazione sul territorio, un occhio teso agli usi dell’acqua per gli scopi per cui viene rilasciata e una differenziazione nel pagamento in relazione all’uso agricolo, idropotabile grezzo e industriale».
Il commissario annuncia poi che «nel 2025 partiremo con una tariffa unica che ci consentirà di aumentare il livello di resa del ruolo ma soprattutto consentirà di ottenere una uniformità di comportamento sul territorio regionale».
Tra il 2025 e il 2026 «alcuni progetti Pnrr andranno a conclusione. Otterremo così una maggiore efficacia nella misurazione dell’acqua, una migliore distribuzione su nuove reti e sistematizzeremo con una modalità centralizzata l’acquisto dei materiali».
Conclusa la stagione irrigua al via altre attività. «Abbiamo spostato mezzi e uomini sulla pulizia dei canali, stiamo facendo un grande sforzo organizzativo su tutto il territorio regionale.
L’altro giorno abbiamo eseguito un sopralluogo nel basso reggino. I nostri operai pulivano un canale mai pulito da 27 anni. La gente si fermava convinta che ci fosse stato un incidente, invece si stava solo pulendo il canale. Quasi non ci credevano. È questa l’impostazione politica adottata dal consorzio su impulso del presidente della Regione e dell’assessore all’Agricoltura».