«L’amministrazione comunale non ha autorizzato la realizzazione di un impianto di stoccaggio rifiuti a San Mango D’Aquino in quanto non ha la potestà giuridica per poterlo fare. Solo la Regione, infatti, ha la competenza decisionale in materia».  Così il sindaco di San Mango replica al Comitato San Mango Pulita che opponendosi alla discarica aveva anche palesato le responsabilità presunte dell'amministrazione.

 

«E’ stata convocata, nei mesi scorsi, una conferenza di servizi all’interno della quale il Comune di San Mango ha potuto esprimere la propria posizione senza alcun potere di intervento concreto. La legge ci consente solo ed esclusivamente di visionare le Scie dei lavori prescritti, postate sul Suap associato, senza dovere e potere determinare altri provvedimenti. Nonostante questo - fa notare il primo cittadino-  in tale sede abbiamo prima consegnato la deliberazione del Consiglio Comunale che, all’unanimità, si è espressa contro la realizzazione dell’impianto, poi è stata messa agli atti una relazione nella quale motivavamo il parere contrario».

 

«Inoltre, in ogni incontro, abbiamo ufficialmente palesato la nostra opposizione al progetto. Non solo: abbiamo protestato contro l’esclusione del Comitato San Mango Pulita, decretata dalla regione al termine del primo incontro, e consegnato tutti i documenti richiesti al Comitato stesso. Ed ancora: abbiamo sempre partecipato a tutte le riunioni, le assemblee e le conferenze convocate dal Comitato spiegando i vari passaggi della vicenda. Non ci siamo mai sottratti al confronto mettendo a disposizione quanto in nostro possesso ed abbiamo finanche invitato i vertici del Comitato ad essere al nostro fianco nell’incontro chiesto al nuovo dirigente del Dipartimento Ambiente, subentrato al precedente, che ha seguito la pratica fino ad oggi. L’intento è quello di spiegare ancora una volta le ragioni della nostra contrarietà e farlo alla presenza dei membri del Comitato dato che non abbiamo nulla da nascondere. Per questo - conclude Marrelli -  consideriamo le critiche rivolteci quantomeno ingenerose. Rinnoviamo l’appello all’unità in quella che è una vicenda di difficile soluzione».