Nell'ateneo di Arcavacata si è tenuto un incontro per avviare l'iter della transizione energetica che consentirà non solo di soddisfare il proprio fabbisogno, ma anche di esportare e creare così reddito. Lunedì prossimo riunione in Regione alla presenza di Occhiuto
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Fronteggiare il problema del caro energia, muovendosi lungo la strada della transizione energetica e guardando alle risorse del Pnrr - 2,2 miliardi di euro - destinate a finanziare la nascita di Comunità di energia rinnovabile: sta lavorando a questo obiettivo il Dipartimento di Ingegneria meccanica energetica e gestionale (Dimeg) dell'Unical in collaborazione con sedici Comuni calabresi.
Verso le prime Comunità di energia rinnovabile in Calabria
Il Dimeg con a capo la professoressa Francesca Guerriero e con il supporto tecnico scientifico del Gruppo di Ricerca di Sistemi Elettrici per l’Energia, ha così dato l’avvio all’iter per costruire le prime Comunità di energia rinnovabile in Calabria per andare ben oltre l’obiettivo di soddisfare il fabbisogno energetico delle comunità locali, abbattendo drasticamente i costi per cittadini le imprese e gli enti locali. Lo si legge in un comunicato dello stesso Dipartimento. «Si tratta di un’iniziativa di ben più ampio respiro con la quale si intende costruire una cooperazione in forma solidale tra le comunità locali, per produrre energia in forma aggregata da fornire anche al di fuori dei confini delle stesse comunità. Comunità di energia rinnovabile, quindi, che producendo energia oltre il proprio fabbisogno possano produrre reddito per la collettività contribuendo alla riduzione della generazione da fonte fossile e alla decarbonizzazione del sistema energetico.
L’obiettivo è dare alle popolazioni locali la possibilità di passare da semplici passivi consumatori di energia a veri e propri esportatori di una risorsa locale quale, appunto, la preziosa energia solare, per generare risorse economiche per lo sviluppo locale e, nel contempo, decisamente contribuire alla transizione energetica».
I sedici comuni calabresi coinvolti
Questi i sedici comuni calabresi coinvolti: Aprigliano, Belmonte, Carlopoli, Cerzeto, Cervicati, Crotone, Francica, Galatro, Morano Calabro, Mograssano, San Marco Argentano, Parenti , Platì, Panettieri, San Fili, Tiriolo. Proprio nella giornata di ieri, 14 febbraio, hanno partecipato presso l’Università della Calabria, ad un incontro operativo per iniziare questa avventura sotto il coordinamento del Dipartimento di Ingegneria meccanica energetica e gestionale.
Dalle fonti fossili a quelle rinnovabili
«La Calabria attualmente produce ben 12mila GWh/anno di energia da centrali termoelettriche tradizionali (quasi esclusivamente alimentate a gas) che, tolta una parte destinata al fabbisogno interno, destina all’esportazione verso altre regioni (circa 10.500GWh/anno) che destina all’esportazione fuori regione», informa ancora la nota del Dimeg. «È quindi un grande controsenso per una regione come la Calabria essere un importante produttore ed esportatore di energia da fonte fossile nonostante la preziosa “miniera” di fonti rinnovabili che insistono sul proprio territorio. Risorse preziose in questa grave congiuntura energetica, per l’economia e soprattutto per il soddisfacimento di fabbisogni primari di molte famiglie in difficoltà. Invertire la tendenza di questo fenomeno che vede la Calabria grande produttore ed esportatore di energia usando il costosissimo gas, per passare a grande produttore ed esportatore di energia rinnovabile con il pieno coinvolgimento dei cittadini e delle amministrazioni locali».
«L’obiettivo del Dipartimento di Ingegneria meccanica energetica e gestionale - ha dichiarato il professore Daniele Menniti, responsabile del gruppo di ricerca di Sistemi Elettrici per l’Energia- è quello di contribuire assieme ai Comuni, è quello di sostenere i Comuni in una rivoluzione energetica/ecologica che, dal punto di vista energetico, dovrà far diventare la Calabria la California d’Italia».
All’incontro di ieri, oltre ai professori del Dimeg Guerriero e Menniti, hanno partecipato il presidente dell’Uncem Calabria, Vincenzo Mazzei, il segretario generale Francesco Pupo e da remoto la professoressa Rugieri dell’Univerità di Camerino.
L'incontro in Regione con Occhiuto
Nel corso dell’incontro operativo, inoltre, è stato annunciato per lunedì 21 febbraio, presso la Cittadella Regionale un ulteriore incontro con la presenza del presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, la sottosegretaria al Mite Ilaria Fontana e il suo collaboratore Riccardo Liberati, il parlamentare Giuseppe d’Ippolito (Commissione Ambiente) e lo stesso professor Menniti dell’Università della Calabria.
«Agire prima che sia troppo tardi»
«Comuni, Regione e Università, quindi - prosegue la nota -, si stanno muovendo sinergicamente con strumenti innovativi che mettono i cittadini al primo posto, in questa importante battaglia per contrastare il caro energia, e avviare concretamente la fase della transizione ecologica/energetica, consapevoli che il problema della decarbonizzazione è globale, ma ognuno deve operare localmente e in maniera incisiva ed efficace per limitare i nefasti effetti antropici sull’ambiente e sul clima».
«Un successo insperato – commenta la professoressa Francesca Guerriore, direttrice del Dimeg – che dimostra quanta sensibilità e attenzione vi è da parte dei cittadini e delle istituzioni verso i temi della transizione ecologica/energetica e quanto grande sia la consapevolezza dei pericoli connessi con i Cambiamenti climatici per il nostro Pianeta». «Agire ora prima che sia troppo tardi – gli fa eco il professore Daniele Menniti - è fondamentale per evitare che si varchi inesorabilmente il punto di non ritorno. Le istituzioni e, in primis, quelle più vicine ai cittadini come i Comuni, potranno giocare un ruolo strategico per contribuire ad evitare una catastrofe planetaria». In Calabria la sfida è appena iniziata e le premesse per dare un contributo vero alla transizione sembrano a portata di mano.