L'associazione ambientalista si oppone alla costruzione dell'impianto per far fronte alla crisi energetica scatenata dalle sanzioni alla Russia e sottolinea che la Calabria, per morfologia e caratteristiche naturali, può e deve puntare su fotovoltaico e eolico
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Anche Legambiente Calabria interviene sulla vicenda del rigassificatore di Gioia Tauro, dopo che il presidente della Regione Roberto Occhiuto ha informato il Consiglio regionale della ripresa dell’iter di costruzione dell’impianto. «L’impianto, che dovrebbe essere realizzato entro qualche anno dalla società proponente Lng, ricoprirebbe un’area di circa 47 ettari ricadente nei comuni di Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno. In questo modo, saranno riportati allo stato gassoso 12 miliardi di metri cubi all’anno di combustibile, reso liquido per il trasporto in navi cisterna per il cui attracco sarà realizzata un’apposita piattaforma di scarico a 500 metri circa dalla costa», spiega in una nota l'associazione ambientalista.
Legambiete però è decisamente contraria: «L’impianto avrebbe il dichiarato intento di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico del Paese dopo le sanzioni alla Russia conseguenti alla guerra in Ucraina. Si tratta di una motivazione errata e paradossale- è rimarcato nella nota -. Non c’è logica alcuna nel realizzare rigassificatori per liberare l’Italia dal ricatto del gas russo comprando il gas da Paesi come Egitto, Algeria, Libia, Qatar Azebaijan, Congo, Angola o Usa. L’obiettivo deve essere, invece, quello di rendere l’Italia indipendente in maniera strutturale dall’estero».
A questo scopo Legambiente insieme a Greenpeace Italia e Wwf Italia ha avanzato al Governo Draghi diece proposte per «affrontare la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento del gas riducendone fortemente i consumi e sviluppando al massimo le fonti rinnovabili. Il nostro Paese deve autorizzare, entro un anno, almeno 90 GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili da costruire entro il 2026 come impianti fotovoltaici, agrivoltaici, eolici a terra ed eolici offshore».
«La transizione ecologica non è un esercizio linguistico destinato ad essere smentito da progetti che vanno nel senso opposto, ma deve piuttosto essere la direzione effettiva in cui deve andare la Regione Calabria e l’intero Paese con coerenza e capacità di visione - dichiara Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria -. Per arginare gli effetti negativi del cambiamento climatico, rispettare gli impegni fissati dall’Europa e abbassare il costo dell’energia che sta pesando in maniera drammatica sui bilanci familiari ed aziendali - continua Parretta -, dobbiamo tagliare i consumi di tutti i combustibili fossili e puntare sulle fonti rinnovabili, che forniscono energia pulita, economica e potenzialmente inesauribile. Non possiamo che essere contrari alla logica miope che regge progetti come quello del rigassificatore di Gioia Tauro. Al contrario, la Calabria, per la sua morfologia e le sue caratteristiche naturali, è un luogo privilegiato per la realizzazione di impianti di energia rinnovabile, come quelli basati su sole e vento, che possono creare sviluppo ambientalmente sostenibile incentivando l’occupazione e l’economia della nostra regione».