VIDEO | L'impianto, sotto sequestro da un anno, è situato nel cuore del Fondaco del borgo marinaro di Rossano. Ieri l'ennesimo intervento della Guardia costiera che ha sequestrato 16 quintali di fanghi
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Prima il sequestro, poi il rimbalzo di competenze dal Comune alla Regione e viceversa, poi l’altro sequestro (questa volta dei fanghi) ed una manutenzione che, in questo ultimo anno solare, non è mai stata fatta. Stiamo parlando del discusso depuratore di Sant’Angelo: un mostro di puzza e disagi situato nel bel mezzo dello storico Fondaco dell’area marina rossanese (uno scienziato chi lo pensò e lo fece costruire a cavallo tra gli anni 70’ e 80’ proprio lì, dove dovrebbe pullulare il turismo estivo).
Bene, quel depuratore lo scorso anno ad agosto venne sequestrato su disposizione della Procura della Repubblica di Castrovillari perché ritenuto fonte di inquinamento marino. E già, si scopri che la condotta sottomarina che sversa le acque depurate a mare era piena di falle. Anche se si palesa il dubbio sul perché avrebbe dovuto inquinare un tubo rotto che in realtà dovrebbe portare acqua pulita. E fu così che scoppiarono le polemiche sul fatto che, probabilmente, su quel depuratore potrebbe essere stato montato un bypass o per meglio dire un congegno, che in momenti di “troppo pieno”, sversa liquami in mare. Ed il troppo pieno, si sa, è nei periodi di massimo affollamento. Cioè l’estate, quando le case dei vacanzieri iniziano a riempirsi. Il risultato? Che si riempiono le case di gente che poi il mare lo può solo guardare da lontano.
Continua emergenza sotto controllo
Per fortuna non è sempre stato così. Anzi. Perché le Amministrazioni comunali che si sono succedute (tutte a dire il vero) hanno sempre avviato dei lavori di straordinaria manutenzione dell’impianto depurativo affinché d’estate non creasse troppi problemi. E così è stato. Almeno fino allo scorso anno, allorquando scoppiò la vera e propria emergenza finita con il sequestro del depuratore e la melma in mare. Ci si aspettava che la commissione prefettizia adottasse dei provvedimenti nell’arco dell’inverno ma così – almeno a sentire l’ex sindaco di Rossano, Giuseppe Antoniotti – non è stato. «Regione e Comune si sono rimpallate le responsabilità e alla fine siamo di nuovo punto e a capo, con il depuratore di Sant’Angelo che rimane sotto sequestro al quale si aggiunge anche il recentissimo sigillo su 16 quintali di fango. Se non verranno assunti celeri provvedimenti rischiamo di trascorrere un’altra estate disastrosa. La speranza – conclude Antoniotti – è tutta nell’elezione del nuovo sindaco affinché si scelga, tra i tre contendenti, quello che ha maggiore capacità e risolutezza nel reperire subito le risorse necessarie e intervenire».
Quel pasticciaccio del depuratore consorttile
Certo, anche nella storia del depuratore Sant’Angelo, c’è anche l’altra grande questione, quella del depuratore consortile: una grande opera ingegneristica che dovrebbe sorgere al centro della nuova Città di Corigliano-Rossano progettata per collettare e depurare le acque di tutto il territorio comunale. L’idea era nata nel 2011 e si stava concretizzando con un project financing di 21 milioni di euro, che avrebbe dovuto vedere anche la partecipazione privata nella realizzazione e nella gestione, e sul quale la parte pubblica aveva già investito alcuni milioni di euro. Solo alcuni perché poi, proprio qualche mese fa, è giunto il blocco del progetto, da parte del Comune di Corigliano-Rossano con l’impegno, però, che si sarebbe provveduto alla manutenzione degli impianti esistenti. Quello che è certo, però al momento è che di nuovo depuratore non se ne parla così come nemmeno di manutenzione straordinaria a quelli esistenti.