VIDEO | Nel giorno dell'insediamento del nuovo cda un centinaio di cittadini hanno organizzato un sit in di protesta. Il sindaco Alessio: «Se la società non è capace di gestire l'impianto secondo la legge vada via»
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«I signori della Iam devono sapere che i cittadini gioiesi ormai sono stanchi e che il vento è cambiato con l'arrivo della nuova amministrazione comunale». Il sindaco di Gioia Tauro Aldo Alessio è alla guida della mobilitazione contro l’impianto di depurazione della Iam. Nel giorno dell’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione, dopo il dissequestro dell’impianto e l’inchiesta della Dda reggina che ha coinvolto gli ex vertici aziendali, un centinaio di cittadini di Gioia Tauro e di altre associazioni della piana si sono dati appuntamento davanti ai cancelli per protestare contro i miasmi che rendono irrespirabile l’aria per gli abitanti del quartiere Fiume.
L’impianto ha ricominciato funzionare grazie alla conversione in legge del decreto governativo per il disastro di Genova, con il quale è diventato legge anche l’articolo 41, quello, cioè, che, “per superare situazioni di criticità nella gestione dei fanghi di depurazione” per l’agricoltura, ha elevato ampiamente, per numerose sostanze tipicamente industriali e pericolose, i limiti.
«Non vivo in questo quartiere – ha dichiarato una ragazza – ma credo che vivere con questo olezzo sia impossibile e per questo trovo giusto appoggiare la protesta dei cittadini del Fiume. Non possiamo dire se ci sia incidenza tra il depuratore e la crescita dei tumori nella zona, ma qui ci sono livelli molto alti». «Di puzza non si muore – ha aggiunto Anna Luana Tallarida dell’associazione “Risorgimento gioiese” – ma così non è neanche possibile vivere. Come cittadini abbiamo il diritto e il dovere di contribuire a portare avanti battaglie come queste».
Particolarmente arrabbiati gli abitanti del quartiere Fiume. «È da quasi 25 anni che combattiamo con questa situazione – ha attaccato un residente – che è veramente insostenibile e non parlo solo della puzza che è impossibile da spiegare. Abbiamo fatto molte battaglie e ci sono tante cose strane che accadono dietro quei cancelli. Perché qui non scaricano solo i centri della Calabria, ma vengono anche da altre zone d’Italia. Noi abbiamo scoperto camion che arrivavano da Bergamo, per esempio. Sul tragitto ci sono altri quattro depuratori, perché vengono a scaricare a Gioia Tauro? I costi per venire qui non sono maggiori?». La protesta è stata organizzata dall’amministrazione comunale. Il sindaco Alessio manda un messaggio chiaro al nuovo cda e alla Regione: se questa azienda non è in grado di gestire l’impianto secondo le regole deve passare la mano.
«Quest’impianto è da 24 anni che non funziona bene – ha attaccato il primo cittadino. I cittadini sono stanchi di vivere in mezzo ai miasmi, nei pressi di un impianto che non depura bene».
Il sindaco risponde anche alle critiche di chi gli contesta di avere dato, durante la sua prima esperienza a palazzo Sant’Ippolito, a cavallo tra gli anni ’90 e 2000, l’autorizzazione per la costruzione dell’impianto. «È vero – ha concluso Alessio – noi abbiamo dato la concessione edilizia perché un depuratore serve a depurare le acque, a dare benessere a un territorio, ma la gestione è un’altra cosa. Qui basta fare un giro per gli impianti per farsi un’idea di come poco si interessano della pulizia». Alle 11.30 Alessio e la consigliera di maggioranza Sabina Ventini sono entrati nell’impianto per partecipare alla prima seduta del nuovo consiglio d’amministrazione.
«Porteremo al tavolo – ha dichiarato Alessio – le istanze dei cittadini, quello che ho detto dai palchi e qui oggi. Noi parliamo una sola lingua. Rifiuteremo di sedere nel cda qualora ce lo chiedessero, ma nell’assemblea dei soci (nella quale siede anche il Comune di Gioia Tauro ndr) faremo sentire la nostra voce».