Nessuna vittima ma tanta apprensione tra i residenti. Oggi atteso sopralluogo del capo ProCiv, Carlo Tansi
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Un boato, poi un fiume infinito di detriti, rami, foglie e addirittura alberi che sono finiti dritti nelle case di rimpetto. Non è stata sicuramente un’immagine facile quella che si è palesata d’un tratto davanti agli occhi dei residenti del grande stabile, sorto a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, a ridosso del torrente Manna a Longobucco. Che nel cuore della notte, tra sabato e domenica scorsi, sull’argine opposto della fiumara, hanno visto letteralmente liquefarsi la parete rocciosa sovrastante.
Nessuna vittima, per fortuna, solo tanta paura e danni ingenti agli immobili circostanti. Tempestivo, anzi, immediato, l’intervento degli amministratori e della grande e proverbiale catena solidale dei longobucchesi che ancor prima che il sole si levasse si sono portati sul posto e sono intervenuti per mettere in sicurezza i luoghi. «Ora – ha detto il vicesindaco Davide Federico, ancora stamani sul posto a coordinare i lavori di messa in sicurezza – attendiamo un intervento di bonifica e riqualificazione importante per evitare il disgregarsi del restante tratto di costone roccioso. Il nostro primo pensiero è stato quello di mettere in sicurezza le abitazioni circostanti messe a repentaglio dalla frana».
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Oggi il sopralluogo di Tansi
Intanto per oggi pomeriggio è in programma il sopralluogo del capo della Protezione Civile regionale, Carlo Tansi, per valutare il da farsi. Chissà quale sarà la reazione del numero uno della ProCiv calabrese quando vedrà un intero quartiere costruito nei decenni scorsi nell’alveo del torrente Manna. Che un tempo era una fiumara ricca, portante e rappresentava - come racconta il suo stesso nome - una grande risorsa per il capoluogo silano, mentre oggi è ridotto a poco più di un rivolo d’acqua per di più pericoloso perché costretto in argini di cemento armato che non si sa fino a quando potranno reggere.