Era il 3 giugno del 1994 quando Legambiente presentava a Roma il primo Rapporto Rifiuti Spa. L’indagine  (il sonoro è ancora oggi ascoltabile sul sito di Radio Radicale) ha segnato una pietra miliare nella battaglia contro i reati ambientali divenuti ormai uno dei crimini più 

Ed infatti nella Calabria a due velocità viaggiano spediti i dati sui reati ambientali, raddoppiati nel 2023 rispetto ad una media nazionale che ha segnato il più 15,6%. Per questo Legambiente nel 30° anniversario del primo rapporto Rifiuti rilancia nella nostra regione una proposta di spessore nazionale.

L’articolo 21 della Direttiva comunitaria

«C'è un articolo della nuova direttiva comunitaria che è stata approvata nell'aprile scorso dal Parlamento europeo – afferma Enrico Fontana del direttivo Ambiente e Legalità di Legambiente – L'articolo 21 che prevede l'adozione da parte di ogni paese di una strategia nazionale contro la criminalità ambientale. La Calabria può dare un esempio, ci sono tutte le condizioni, perché da questa regione, proprio per un impegno che c'è nel contrastare questi fenomeni criminali che coinvolgono anche spesso gli interessi della ‘ndrangheta, possa partire un modello, un esempio di strategia regionale coordinata che abbia nella regione anche un motore nella lotta la criminalità ambientale. Sono stati commessi oltre 2.900 reati, stiamo parlando di 8 reati al giorno in ogni tre ore, reati economici che hanno a che fare con attività illegali e questo può essere però anche un punto di partenza, perché sono il frutto questi numeri delle attività delle forze dell'ordine della magistratura in questa regione».

I ‘primati’ della Calabria

Vibo Valentia si conferma territorio critico mentre il novero dei reati è più vario. «Si tratta in particolare del ciclo illegale del cemento e della filiera dei rifiuti – aggiunge Anna Parretta, presidente calabrese di Legambiente –. In queste filiere la nostra regione si colloca rispettivamente quarta e terza».

Il posto migliore per parlarne

Il dibattito di è svolto alla presenza degli studenti dellUniversità Magna Graecia di Catanzaro, nel dipartimento di Giurisprudenza. «È soltanto attraverso una formazione giusta – ha chiosato il Magnifico Rettore Giovanni Cuda –  una formazione che parli alle coscienze dei più giovani, dei nostri ragazzi, che in qualche modo si riuscirà a far cambiare tragitto a questa deriva».