A Praia a Mare il problema delle sostanze inquinanti riversate in mare sembra insormontabile. Nonostante le denunce degli ambientalisti e degli investimenti del Comune per risanare il canale Fiumarella, per il quarto anno consecutivo Arpacal ha classificato come "scarse" le qualità delle acque che bagnano un tratto di costa lungo circa 1,5 km. Si tratta dei famigerati 777 metri della zona "50 mt sx canale Fiumarella" a cui negli ultimi tempi si sono aggiunti i 408 metri del "50 mt dx canale Fiumarella" e i 350 metri nel tratto "sbocco Marlane". Il totale delle acque momentaneamente interdette alla balneazione è di 1.535 metri. Solo qualche centinaio di metri più in là, lo specchio d'acqua antistante l'isola Dino, lungo circa 3 chilometri, è insignito da 4 anni della Bandiera Blu, il prestigioso vessillo assegnato dalla Fee - Foundation for Environmental Education (Fondazione per l'Educazione Ambientale).

Il commento degli ambientalisti

Il parere di Italia Nostra, l'associazione ambientalista che segue da vicino la vicenda, non è tardato ad arrivare. «Siamo stati sin troppo facili profeti lo scorso anno quando prevedemmo che anche la situazione del 2019 non sarebbe cambiata - ha fatto sapere in una nota -. Cosa dire, Italia Nostra ha già detto in abbondanza, sollecitato in abbondanza ed avvertito tutti sulla estrema serietà della situazione. Nulla avrebbe potuto fare di più. Ebbene, l’unica opera pubblica veramente necessaria ed utile a questo paese era la bonifica completa della Fiumarella. Malgrado le parole, come noto, altri interventi hanno avuto invece la priorità. Non ci risultano infatti altri lavori effettuati su tale corso d’acqua oltre a quelli terminati nel giugno 2018 tra Piazza Italia e via Aieta per un importo di € 30.483,65 che non hanno dato, però, gli esiti sperati, viste le analisi successive».

«Miopia o autolesionismo?»

Poi gli attivisti continuano: «Francamente a chi viene a villeggiare a Praia a Mare sostenendo l’economia del paese e pagando una cospicua tassa di soggiorno, non si può offrire un mare con i cartelli di divieto di balneazione su una grande parte del litorale. Cosa si crede che facciano i turisti dopo aver visto questo spettacolo? O si spera che non sappiano capire cosa c’è scritto in questi cartelli? Non prendere in seria considerazione tutto ciò, non intervenire in modo radicale, non sappiamo proprio come definirlo: spiccata attitudine alla miopia o all’autolesionismo? Certamente è cosa che sembra esulare da ogni considerazione razionale. Non resta, a quanto pare , che sperare solo nella buona sorte e cioè, che al momento dei prelievi in mare, non giungano scarichi inquinanti nella Fiumarella?».