La Cgil proclama un nuovo stato di agitazione dei lavoratori nei depuratori del Corap, gestiti dalla società Iam a Gioia Tauro e Reggio Calabria, per le preoccupazioni scaturite dopo la recente proroga senza bando del servizio.
«È la seconda volta che si rinnova l’affidamento – spiega Francesco Gatto componente della segreteria regionale della Filctem – ma questa volta la proroga, tecnicamente, serve a dare tempo per predisporre un bando pubblico e a vedere come la Regione intende muovere il quadro verso un soggetto unico per la gestione del ciclo integrato delle acque».

Insomma, il Consorzio per l’industrializzazione calabrese di nuovo ostaggio dei propri ritardi e, ora, anche di quelli con cui si procede alla Cittadella, rispetto al destino di Sorical, dopo la decisione dell’Autorità idrica regionale di non aspettare i tempi della pubblicizzazione della mista in liquidazione. Il soggetto presieduto dal sindaco di Rende Marcello Manna, infatti, per ora sta puntando sulla società che un tempo si chiamava “Cosenza Acque”, per un cambio di rotta che fin qui il presidente Occhiuto ha avallato.

«Siamo preoccupati – prosegue Gatto – per le diatribe in corso, che allungano i tempi di definizione in un settore in cui la Calabria subisce continui richiami dall’Unione europea che sanziona economicamente ogni infrazione: abbiamo circa 600 depuratori in Calabria e, di questi, un terzo non funziona e un terzo è sottodimensionato». Si intreccia quindi al destino di due soggetti pubblico, il Consorzio per l’industrializzazione e l’Aic, il futuro della depurazione calabrese.

«Rispetto al Corap – conclude Gatto – l’assessore Varì e il commissario Mazza devono spiegare, con una certa sollecitudine, cosa si intende fare del Consorzio, se lo si vuole rilanciare oppure chiudere salvaguardando i lavoratori: questo doppio limbo, nella depurazione e nell’industrializzazione, impone al governatore Occhiuto di far seguire l’operatività agli annunci che ha fatto».