Il rumore delle jeep che attraversano i sentieri, l’acre odore di fumo che entra nei polmoni, si deposita sulla pelle e sugli abiti, il continuo e incessante ticchettio delle zappe, delle asce e dei bastoni che esplorano tronchi e cespugli, gli occhi lucidi per il fumo ma soprattutto per le lacrime nel vedere i boschi martoriati dalle fiamme.

Parlano da sole le immagini che il videomaker Vincenzo Caricari ha girato nei boschi dell’Aspromonte e che raccontano la devastazione rimasta dopo gli incendi che a metà agosto hanno devastato una delle più importanti riserve naturali dell’intera Europa. Il regista ha realizzato un documentario sulla montagna ferita e colpita che nei prossimi mesi sarà presentato nei festival di tutta Europa e del quale riusciamo a farvi vedere in esclusiva un estratto.

Incendio in Aspromonte, le immagini della montagna ferita

Le immagini che vedete sono state girate il 14 agosto nella parte più interna dell’Aspromonte: erano appena passati i due giorni più critici, quelli in cui il fuoco si è preso non solo una enorme parte di territorio aspromontano ma anche diverse vite. Nell’emergenza incendi di agosto sono morte cinque persone e sono stati migliaia gli interventi richiesti, non solo nei boschi del reggino ma in tutta la Calabria.

Secondo il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, al 13 agosto nella regione erano andati in fumo 11 mila ettari di boschi, di cui più della metà solo in Aspromonte. I roghi sono poi andati avanti per diversi giorni e non c’è ancora una stima precisa di quelli che sono stati i danni: i canadair hanno continuato a lavorare incessantemente per giorni nel tentativo di spegnere le fiamme insieme alle squadre di terra ed ai tanti volontari che hanno lavorato senza sosta per difendere i loro monti.

“Dentro l’Aspromonte”, il lavoro dei volontari

 «Si tagliano i fusti più giovani per creare una linea di sbarramento del fuoco, si opera da terra per evitare che il fuoco di terra colpisca gli alberi in cima». È così che uno dei volontari spiega il lavoro che le squadre stanno facendo per evitare che le fiamme si propaghino: si sente in sottofondo il crepitìo delle fiamme, i rombi dei canadair che continuano incessantemente a scaricare tonnellate di acqua nel tentativo di fermare le fiamme. Intanto, i volontari continuano la loro ricerca: si rastrella ogni zolla, si rovescia la terra e si colpiscono gli alberi alla ricerca delle fiamme: intanto, dai punti di illustrazione si osserva la vallata alla ricerca dei nuovi focolai, mentre sale il groppo in gola per il nero degli alberi bruciati che inizia a prendere il sopravvento sul verde dei boschi. Nella speranza che anche stavolta la natura riesca a sconfiggere la mano criminale dell’uomo.