Ad annunciare l'indagine la garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli. Fondamentale sarà la collaborazione con Gom e Cnr. Situazione critica nei quartieri di Mortara San Gregorio, rione Marconi e Mosorrofa
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Sarà condotto uno studio per verificare se esistano dei nessi tra la perdurante presenza di ingenti quantità di rifiuti e i veleni sprigionai nell’area per vita dei frequenti roghi e l’insorgenza di patologie tumorali nei quartieri di Mortara San Gregorio, rione Marconi e Mosorrofa di Reggio Calabria. L‘iniziativa è della garante regionale per il diritto alla Salute, Anna Maria Stanganelli che, su richiesta dei residenti, ha posto le basi della collaborazione Cnr e Gom e per raccogliere i dati, incrociarli e fare una sintesi scientifica.
Nelle scorse settimane Anna Maria Stanganelli, infatti, aveva eseguito dei sopralluoghi a Mortara San Gregorio e a Mosorrofa, incontrando anche i residenti del rione Marconi. In quelle occasioni le era stata prospettata la necessità di appurare o smentire un qualche collegamento tra il degrado ambientale e i rischi per la salute.
Il primo incontro al Gom
«Realizzare una valutazione epidemiologica sul rapporto tra la residenza nei vari quartieri della città di Reggio Calabria, in particolare quelli di solito interessati dai roghi dei rifiuti, e specifici indicatori di sanità pubblica, come alcune tipologie di ricovero al pronto soccorso del Grande Ospedale Metropolitano.
Questo al centro del primo incontro svoltosi al Gom nelle scorse settimane con Giovanni Tripepi, epidemiologo e dirigente di ricerca dell’istituto di Fisiologia Clinica del Cnr. Collegato da remoto anche il professore Fabrizio Bianchi, già dirigente di ricerca della sede di Pisa del medesimo istituto ed epidemiologo ambientale considerato tra i maggiori esperti italiani nell’ambito degli studi sul rapporto tra ambiente e salute». Lo ha spiegato la garante regionale per il diritto alla Salute, Anna Maria Stanganelli.
Indagine svolta a titolo gratuito
«Gli esperti del Cnr, che analizzeranno i dati degli ultimi 5 anni, hanno già condiviso con me gli indici di massima per individuare le patologie che saranno considerate nell’indagine epidemiologica, per esempio, i ricoveri per patologie respiratorie presso il pronto soccorso del Gom. Un’iniziativa che il Cnr effettuerà a titolo completamente gratuito», ha sottolineato ancora la garante Stanganelli.
Tossicità zona degradata e malattie: ecco il nesso da verificare dopo la raccolta dati
«Il secondo step è stato l’incontro con il commissario straordinario del Gom, Gianluigi Scaffidi. Poste così le basi per l’acquisizione dei dati che saranno oggetto di indagine da parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Si tratta di informazioni essenziali per avviare lo studio epidemiologico e appurare una eventuale correlazione tra la tossicità di quelle zone e alcune patologie oggetto d’indagine. Il commissario straordinario Gianluigi Scaffidi, dopo essersi confrontato con gli esperti del Cnr, ha dato la propria disponibilità a fornire i dati necessari.
Intanto mi attiverò anche per chiedere ai vigili del fuoco informazioni circa i roghi che hanno interessato le stesse zone. Sarà poi cura del Cnr procedere con l’incrocio dei dati e la sintesi scientifica, contenente l’individuazione di eventuali cluster o addensamenti delle patologie in quelle zone e rispetto a determinati periodi. A stretto giro avrà luogo la presentazione di questo importante lavoro d’indagine che potrà fornire ai cittadini di Reggio Calabria, risposte con dati certi e scientificamente provati alle loro preoccupazioni». Così la garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli.
Discariche abusive diventano inceneritori a cielo aperto
«Si tratta di un iter fondamentale, necessario per dare risposte alla cittadinanza che quotidianamente vive in una situazione di emergenza igienico-sanitaria. Le discariche abusive che affliggono la loro quotidianità, diventano dei veri e propri inceneritori a cielo aperto, per via della combustione innescata dagli incendi. I recenti roghi hanno consumato cumuli e cumuli di rifiuti anche speciali, come materiale plastico e bituminoso.
Oltre a sprigionare diossine dannose per la salute, essi alimentano legittime preoccupazioni nei residenti. Gli effetti dannosi temuti attengono alla salute, all’agricoltura e all’ambiente», ha concluso la garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli.
Il tavolo in prefettura ad agosto ma nulla cambia
Dopo il primo sopralluogo a Mortara, la garante Stanganelli aveva chiesto nell’immediatezza l’inserimento della questione tra i punti all’ordine del giorno dell’ultimo comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza.
In quell’occasione il prefetto Massimo Mariani ha assicurato un rafforzamento del controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine. Ad oggi residenti non registrano, tuttavia, alcun miglioramento della situazione. Inoltre la strada che costeggia il torrente Valanidi verso il centro agroalimentare, emblema assoluto del degrado, e che già ad agosto il Comune si era impegnato a chiudere, è invece ancora aperta e “a disposizione”, come anche altri punti critici della città, degli incivili che si recano lì per abbandonare i rifiuti come fosse un pattumiera a cielo aperto.