Tutti gli articoli di Ambiente
PHOTO
Chiede un referendum che possa intervenire sulla cosiddetta ‘petrolizzazione forzata’ il coordinamento No Triv Calabria dopo l’arrivo al ministero dell’Ambiente di tre nuove richieste di trivellazione che riguardano le coste calabresi. A presentarle è stata la multinazionale Global Med interessata in particolare alla costa crotonese.
Ora l’associazione, dopo le vane manifestazioni fatte nel tempo, ha deciso di prendere il toro per le corna e chiede un referendum abrogativo dell’art. 35 del “Decreto Sviluppo”.
No Triv si sente presa in giro. Soltanto lo scorso 29 luglio l’incontro con il sottosegretario al Nuovo Sviluppo Economico, a Roma, con i rappresentanti delle sei regioni coinvolte: Calabria, Puglia, Basilicata, Marche, Abruzzo e Molise. Ma pochi giorni dopo l’accoglimento da parte del ministro delle proposte di ricerca della Global Med nel mar Jonio.
Il 30 settembre scadranno i termini per la presentazione del referendum che, se firmato, chiesto e sottoscritto dai sei governatori regionali dovrà essere accolto, come previsto dalla legge. “Solo il referendum sarebbe una grande prova e manifestazione di democrazia - dice il direttivo dell’associazione - specchio davvero incontrovertibile dei territori che non vogliono e non vorranno mai piegarsi”.