Pietro Molinario spiega che «la conseguenza oltre al danno economico potrebbe essere la crescita dell'importazione extracomunitaria»
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Coldiretti Calabria si appella allo stato di calamità per quanto riguarda la produzione olivicola, spiegando le motivazioni in una nota: «Meno 40% di olio con punte di oltre il 50% per la campagna olivicola 2018-2019, a causa delle condizioni climatiche che in particolare hanno permesso l'attacco della mosca, della tignola e in alcune zone il tripide che hanno causato la cascola (caduta anormale dei frutti) delle olive dagli alberi». Ecco perché Coldiretti chiede che «siano attivate le procedure di verifiche in campo, da parte degli uffici regionali, per avviare il riconoscimento della calamità naturale nelle aree più colpite». Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria afferma che «al danno economico riscontrato già nelle prime moliture c'è il forte e concreto rischio della crescita di importazione di olio extracomunitario che, sbucando dalle nebbie diventa magicamente olio calabrese ed Italiano solo sulla carta.
Il presidente continua in una nota, sostenendo che «bisogna evitare che questa pericolosissima “macchia d'olio” si allarghi e favorisca comportamenti e triangolazioni scorrette che per la loro pervasività assestino un duro colpo all'olivicoltura, alla valorizzazione del nostro olio compromettendo la fiducia dei cittadini-consumatori». Per questo Coldiretti sollecita più e maggiori controlli all'interno della filiera compreso sugli scaffali, per evitare l'inganno ai consumatori e la beffa agli agricoltori. «La produzione media annuale di olio in Calabria – conclude il presidente - è di circa 260mila tonnellate con circa il 50% biologico, una superficie di circa 190.000 ettari e 215milioni di piante con circa 80.000 aziende ed un forte impatto sociale per la manodopera impiegata con oltre 15milioni di giornate lavorative annue».
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