Dopo la bufera giudiziaria abbattutasi sul depuratore di Gioia Tauro, si mobilitano le associazioni ambientaliste che chiedono alla Regione di ritirare l’autorizzazione alla società Iam. Sette tra comitati civici e gruppi politici hanno  preso spunto dal presunto scandalo emerso con l’operazione antimafia Metauros – che riguarda le modalità di smaltimento dei rifiuti nell’inceneritore e dei fanghi nell’impianto di depurazione - e in una nota pongono in evidenza come questa inchiesta sia l’ultima di una lunga serie. L’associazione Iride e il comitato “quartiere Fiume” di Gioia Tauro, il “Comitato 7 Agosto di San Ferdinando”, il “movimento 14 Luglio” e l’associazione “Nicotera Nostra” di Nicotera, le associazioni Rinascita e “un’altra storia”, rispettivamente di Cinquefrondi e di Palmi” chiedono che si provveda a insediare una società diversa.

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Il ritiro dell’Aia (autorizzazione impatto ambientale), secondo i rappresentanti dei 7 soggetti collettivi, sarebbe giustificata anche dal fatto che questa inchiesta è l’ultima di una lunga serie, a proposito di un impianto che da sempre ha fatto emergere delle criticità che hanno danneggiato l’ambiente.  I gruppi organizzati, infine, hanno garantito di voler coinvolgere in questa richiesta anche i comuni che, a proposito di una società partecipata anche dal consorzio regionale Corap, “potrebbero approvare delibere in tal senso”.