Il rischio di una crisi dei rifiuti in Calabria per il momento sembrerebbe essere scongiurato, anche se usare il condizionale è d’obbligo in una regione dove la realtà supera spesso i più funesti presagi. Quel che appare certo è un nuovo salasso per i comuni, e quindi per i cittadini, sulla tassa dei rifiuti. Una situazione che si è venuta a creare a causa di un’approssimativa gestione delle politiche ambientali negli ultimi 20 anni che ha portato gli enti pubblici regionali, a ogni livello, a sottostare alle richieste dei privati.

 

«Noi veniamo da 20 anni di disorganizzazione del servizio, 15 anni di commissariamento del settore rifiuti e 5 di gestione regionale – ha dichiarato Emanuele Oliveri, presidente dell’assemblea dei sindaci della piana di Gioia Tauro – ci troviamo con una penuria di impianti, soprattutto per gli scarti di lavorazione del rifiuto. Nella provincia di Reggio c’è il termovalorizzatore che, però, funziona a singhiozzo senza altri impianti di complemento».

 

E, infatti, impianti in questo momento in Calabria non ci sono. Quelli pubblici non esistono, mentre i privati sono ormai esauriti e per smaltire bisogna guardare fuori dalla nostra Regione. «Abbiamo un grosso problema per gli impianti degli scarti di lavorazione – ha aggiunto il sindaco di Melicuccà – l’ultimo ancora aperto è quello di Crotone che chiuderà i battenti il 30 giugno prossimo. Questo comporterà che dal punto di vista del servizio forse avremo la fortuna di non avere rifiuti in strada durante l’estate, ma dal punto di vista dei costi ci sarà un raddoppio dei costi di smaltimento».

 

Costi raddoppiati per i cittadini e la speranza di riuscire a chiudere il bando in tempi utili per evitare di ritrovarsi le città invase di rifiuti per strada. Un’ipotesi quest’ultima che non deve essere scartata perché i primi due bandi indetti dalla Regione Calabria sono andati deserti.

 

«Se pensiamo che in questo momento – ha concluso Oliveri – per conferire a Crotone paghiamo 105 euro a tonnellata, portare il rifiuto fuori regione farà lievitare i costi almeno al doppio. Un problema che, si badi bene, riguarderà tutta la Calabria e non solo il territorio della Città metropolitana di Reggio Calabria, perché tutti conferiamo alla discarica di Crotone gli scarti di lavorazione. Per questo motivo ho chiesto alla Regione Calabria di venire incontro ai comuni. Noi non abbiamo colpe se nel corso degli ultimi 20 anni non sono stati costruiti impianti e adesso sarebbe giusto che pagasse perlomeno i costi di trasporto».