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“Dopo un anno crediamo che nessun calabrese si sia accorto della presenza della “nuova azienda” Calabria Verde, istituita con legge regionale numero 25 del 2013, accorpando l’Afor e le Comunità montane, con lo scopo di occuparsi di forestazione e dissesto idrogeologico”. E’ quanto scrive la Cgil Funzione Pubblica in una nota.
“Con rammarico – prosegue il comunicato – dobbiamo constatare che in questo ente ci sono tutti i vecchi vizi che, in passato, hanno dominato la regione, a partire dalla poca trasparenza”. Il sindacato punta il dito contro le “anomalie” dell’azienda: “Tanto per iniziare, le norme prevedono che ogni ente abbia un suo albo pretorio nel quale pubblicare tutti gli atti e procedimenti, ma stranamente in quello di Calabria Verde non sono pubblicate le determine dei dirigenti, in quanto atti di gestione, ma viene solo pubblicato in maniera indefinita l’oggetto ed il numero dell’atto”.
“L’azienda – aggiungono nella nota – è articolata in una sede centrale e undici distretti territoriali i quali ad oggi non hanno nessun tipo di organizzazione e competenza avendo il direttore generale accentrato tutto nella sede di Catanzaro”.
“Calabria Verde – continua il sindacato – inoltre è poco incline ai rapporti con le organizzazioni sindacali; nel 2014, omettendo l’adempimento contrattuale, infatti, era tenuta a costituire il fondo per la dirigenza e il fondo del comparto. Nonostante ciò, ai dirigenti viene erogata l’indennità di posizione per come percepita con i vecchi enti, invece ai dipendenti del comparto è stato revocato tutto e viene corrisposto solo il tabellare. Rivendichiamo la definizione del contratto decentrato integrativo e all’interno di esso la definizione di regole che non possono più attendere”.
“Non ci piace il fatto che nella fase di organizzazione dell’azienda, il direttore generale, senza indire avvisi e tenere conto dei curricula, ha coperto tutti i posti di responsabile di settore con la dirigenza dell’ex Afor, non considerando i dirigenti delle ex Comunità montane, lasciando a questi solo la responsabilità di servizi, svalorizzando le alte professionalità di ex lavoratori delle Comunità montane passate nel nuovo ente. Sono invece comparsi avvisi pubblici costituendo short list per affidare incarichi e istituire rapporti di lavoro senza che l’azienda tenesse conto delle professionalità individuabili all’interno, e cioè dottori in Agraria e agronomi di provata esperienza. Chiediamo al presidente della Giunta regionale di intervenire per evitare che Calabria Verde ricalchi criticità già registrate in passato, nei precedenti enti, specie in termini di mancato controllo di spesa o di eccessivo ricorso a spese ed acquisti tramite economato”.