Il piano prevedeva un insediamento abitativo a cavallo tra i quartieri Aranceto e Lido. Nel 2017 il Consiglio comunale aveva bocciato la misura per evitare cementificazioni selvagge
Tutti gli articoli di Ambiente
PHOTO
La lottizzazione in località Tiriolello a Catanzaro non si farà. E' quanto ha deciso la seconda sezione del Tar a cui si erano rivolti alcuni cittadini - in particolare, Salvatore Virgilio Conte, Lorenzo Petrolo, Lorenzo Griffo, Nicola Mirante, Pietro Benvenuto, Vincenzo Staltari, Francesco Anacoreta - che nell'area avevano realizzato investimenti con la prospettiva futura di potervi costruire. Ma nei fatti il piano di lottizzazione depositato a Palazzo De Nobili nel 2008, è sempre e solo rimasto sulla carta. Addirittura superato da una delibera del Consiglio di Comunale del 2017, con cui l'aula si era pronunciata sfavorevolmente all'insediamento urbano che sarebbe dovuto sorgere a cavallo tra i quartieri Aranceto e Lido.
Ed è proprio il provvedimento passato a maggioranza nell'assise cittadina ad esser finito al centro di un ricorso, con il quale i cittadini hanno contestato la competenza del Consiglio Comunale ad esprimersi su materie di natura urbanistica, di norma affidate all'approvazione della Giunta. Una censura considerata del tutto infondata dai giudici amministrativi che hanno confermato la legittimità della scelta operata dall'amministrazione comunale. "Trattandosi di una scelta latamente discrezionale che trascende il momento propriamente esecutivo - si legge nella sentenza - essa è da riferire all’esercizio di un potere di pianificazione non dissimile da quello esercitato dal comune in sede di approvazione dello strumento urbanistico generale, ciò che vale a radicare la competenza dell’organo consiliare". Per tale ragione, il ricorso è stato rigettato.
La proposta prevedeva un nuovo insediamento urbano, dell'estensione di circa 87mila metri quadrati, in un'area classificata nel piano regolatore come zona residenziale di espansione, residenza, servizi, attrezzature ed attività complementari. Proprio per tale ragione si sarebbe potuto costruire solo al 50% con una destinazione d’uso residenziale mentre la restante quota con destinazioni urbanistiche variabili dal commerciale al direzionale.
Luana Costa