«Le città calabresi capoluogo di provincia, pur non rientrando nella parte alta della classifica nazionale, presentano quasi tutte un consistente sforamento dei limiti dell'inquinamento atmosferico in base ai parametri di concentrazione media annuale di Polveri sottili (PM10 e PM2.5) e di Biossido di azoto (NO2). Si tratta di dati che destano preoccupazione sulla qualità della vita nelle nostre città e ci impongono la necessità di ridisegnare i contesti urbani a misura d'uomo».

È quanto afferma Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, commentando i dati del nuovo report di Legambiente "Mal'aria di città. Quanto manca alle città italiane per diventare clean cities", realizzato nell'ambito della campagna Clean Cities, in cui si fa il bilancio sulla qualità dell'aria in città confrontando il valore medio annuale di PM10, PM2.5 e NO2 con i parametri suggeriti dall'Oms.

«Auspichiamo un deciso cambio di rotta delle Pubbliche amministrazioni - prosegue Parretta - verso una transizione ecologica ormai indispensabile. Pensare a nuovi parchi ed aree verdi, a strade e quartieri liberi dalle auto, all'incentivazione della ciclopedonalità e del trasporto pubblico elettrico, al miglioramento ed adeguamento della rete ferroviaria regionale. Tanti e diversi esempi che non costituiscono un'utopia, ma un modo concreto di tutelare l'ambiente e la salute umana e di recuperare quegli spazi aperti di socialità così essenziali per il benessere, soprattutto nella difficile fase pandemica che stiamo vivendo».

«Di fronte a questo quadro e agli obiettivi di riduzione da raggiungere - è detto in una nota di Legambiente - l'associazione ambientalista rilancia le sue proposte in ambito urbano. Oltre all'importanza di ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d'uomo, occorre anche aumentare il trasporto pubblico elettrico con 15.000 nuovi autobus per il Tpl; cura del ferro (500 nuovi treni e adeguamento della rete regionale con completamento dell'elettrificazione). Incentivare la sharing mobility anche nelle periferie e nei centri minori, realizzare 5.000 chilometri di ciclovie e corsie ciclabili, rendere l'80% delle strade condivise tra cicli e veicoli a motore».