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Una bomba ecologica i cui responsabili sono stati individuati dalla Procura di Palmi e dai carabinieri della stazione di San Ferdinando e del Nucleo operativo ecologico, che nella serata di ieri hanno apposto i sigilli alla Coop Mar, azienda di rizzaggio attiva nel porto di Gioia Tauro, denunciandone a piede libero il titolare.
Sversamento di reflui pericolosi, questa l’accusa a carico dell’azienda, la quale avrebbe gettato all’interno di un tombino collegato al canale di scolo per le acque bianche, che attraversa l’area industriale di Gioia Tauro, e quindi nel porto finendo direttamente in mare, grandi quantità di liquami tossici. Gli stessi liquami che hanno provocato una gravissima condizione di inquinamento ambientale contro la quale, a San Ferdinando, il 7 agosto si è costituito un comitato spontaneo di cittadini, che sta presidiando notte e giorno, il canalone per tenere alta l’attenzione delle autorità preposte e della cittadinanza sul grave inquinamento che da anni si registra nella zona e che negli ultimi tempi si è paurosamente aggravato.
Tra i primi risultati ottenuti dagli attivisti del comitato, l’avvio delle attività di raccolta di liquami inquinanti presenti nel canalone grazie ai mezzi della Ecosistem. Gli stessi rappresentanti hanno partecipato alla raccolta delle acque effettuata dai tecnici dell’ Arpacal nei diversi punti di ispezione all’interno dell’area portuale. E intanto oggi pomeriggio si svolgerà una nuova seduta del tavolo tecnico a cui prenderanno parte tutte le Istituzioni interessate, oltre ai tecnici designati dalla Regione Calabria e dei rappresentanti di Arpacal che ieri mattina hanno eseguito la raccolta dei campioni per le analisi chimiche.