VIDEO | Dura reazione del primo cittadino all’atto di diffida emanato dal presidente della Regione: «Abbiamo investito tutto il disponibile sulla rete fognaria, per lo smaltimento fanghi impegnati già oltre 100mila euro»
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È confronto duro, ma nel rispetto dei ruoli, quello in corso tra il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, e il sindaco di Amantea, Vincenzo Pellegrino, recentemente destinatario – insieme ai primi cittadini di Falconara Albanese e Nocera Terinese – di un atto formale di diffida, per il malfunzionamento dei depuratori.
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Con una posizione assunta nell’immediatezza delle dichiarazioni rilasciate dal presidente, il quale ha notificato il suo dispositivo anche alla Procura di Lamezia Terme (competente territorialmente per ciò che riguarda il comune ospitante il depuratore consortile), l’amministrazione dell’ultima realtà costiera del tirreno cosentino si è schierata a difesa della propria azione, reiterando la disponibilità a seguire le indicazioni dell’ente regionale, anche quando in apparente controtendenza rispetto alle esigenze delle casse municipali.
«Per un comune in dissesto come il nostro – ha detto il sindaco amanteano – dover destinare una parte di risorse umane alla supervisione di scarichi o allacci abusivi, è un notevole sacrificio, che compiamo malgrado il personale incaricato potrebbe occuparsi di più redditizie mansioni. Ciononostante veniamo messi all’indice per responsabilità che non ci competono, soprattutto alla luce degli investimenti vincolati cui la Regione subordina i finanziamenti concessi e che l’ente ha usato in tutta la loro entità».
«Ad Amantea paghiamo bollette esorbitanti sul fronte energetico – ha precisato il primo cittadino – il cui consumo più ingente è costituito dalla voce che serve il sistema fognario, costretto a pompare i reflui per diverse decine di chilometri fino all’impianto di Nocera Terinese, dove è allocato il depuratore consortile che, oltre a quello locale, serve anche il comune di Belmonte Calabro. Ragion per cui il problema segnalato dal presidente, in realtà, consiste nello smaltimento dei fanghi del depuratore».
«L’infrastruttura in questione – ha aggiunto Pellegrino – fa capo all’ente locale della provincia catanzarese, il ché spiega il rivolgimento del presidente alla Procura di Lamezia Terme e non a quella di Paola. Per quanto concerne lo smaltimento dei fanghi, il cui trattamento costa circa 400 euro a tonnellata, già lo scorso 13 luglio abbiamo impegnato 109mila euro, cui contiamo di aggiungere ulteriori 130mila entro il 30 settembre. Circa 250mila euro di finanze prettamente comunali, perché le uniche spese supportate dalla Regione riguardano le pompe di sollevamento per la rete fognaria».
Evocando precedenti vicende in cui è andato incontro Roberto Occhiuto, nell’ultimo periodo, parlando di Amantea - su tutti si ricordi la vicenda del tubo di Coreca (frazione del comune tirrenico) indiziato dal presidente come fonte di sversamenti inquinanti, rivelatosi poi un semplice collettamento di acque sorgive – Pellegrino ha scagliato la sua critica più acuminata: «È sconveniente che il presidente della giunta regionale, in un periodo di alta stagione com’è quello attuale, si proietti in considerazioni così poco lusinghiere nei confronti di una realtà che basa sul turismo gran parte della sua economia. È inopportuno che lo faccia dall’alto del suo ruolo e dell’audience che da questo deriva, sulla scorta di supposizioni che, ancora una volta, paiono più allarmistiche che altro».
«Io non ho obiettivi divergenti rispetto al presidente Occhiuto – è stata la considerazione finale di Vincenzo Pellegrino – siamo sulla stessa barricata, combattiamo la stessa battaglia, l’obiettivo è identico. Noi vogliamo il mare come una risorsa per questi territori, si tratta solo di evitare il cosiddetto “fuoco amico”. È chiaro che nel momento in cui ti trovi una notizia di questo genere, finisci per darla, ma devi sempre verificare che non sia data la notizia sbagliata. A me è stato insegnato che quando parli non ti devi preoccupare di quello che dici ma, soprattutto, di quello che gli altri capiscono».