Ospite della trasmissione targata LaC Tv il geologo Tansi che ha spiegato: «Anche con l'allerta gialla si possono registrare vittime». E sui cambiamenti climatici: «I fenomeni violenti saranno sempre più frequenti»
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Da un lato un territorio fragile, dall’altro un cambiamento climatico ormai inarrestabile. Sono le due facce della stessa medaglia quelle analizzate nel corso dell’ultima puntata di Dentro la notizia (clicca qui per rivedere la puntata). Ospite della trasmissione curata da Pier Paolo Cambareri, il geologo e ricercatore del Cnr Carlo Tansi con cui si sono analizzati i disastri causati dall’eccezionale ondata di maltempo che nei giorni scorsi ha investito la Calabria con pesanti ripercussioni e danni soprattutto nell’area del Lametino.
Frane, smottanti, ponti crollati e addirittura una voragine lungo la statale 280, la strada dei due mari, che ha inghiottito un’auto: «Molto spesso in passato, torrenti e fossi sono stati murati o bloccati. In quell’area per costruire l’arteria si è cercato di incanalare un torrente in uno spazio esiguo per poter consentire il passaggio di tanta acqua», ha spiegato il geologo. Qui entrano in gioco i cambiamenti climatici, i violenti temporali, sempre più frequenti che costringono i territori a fare i conti con grandi volumi d’acqua: «Quello è un fosso che si è semplicemente ripreso i propri spazi».
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San Pietro a Maida, l’appello del sindaco
Nel corso della trasmissione, con il giornalista Nico De Luca, in collegamento da San Pietro a Maida, il sindaco Domenico Giampà ha raccontato quanto vissuto dalla comunità nelle ultime ore: «Adesso il Comune non è più isolato ma chiaramente dobbiamo garantire la sicurezza delle strade non basta la rimozione delle frane e del fango. Noi ci riteniamo dei miracolati». La mobilitazione è stata corale e ha coinvolto in prima battuta amministratori, cittadini e associazioni di volontariato: «Anche la Protezione civile e Calabria verde si sono adoperati con l’invio di mezzi e attrezzature». E sul sistema di allerta: «Ci aspettavamo una ondata di maltempo ma l’allerta era gialla. Seguendo il radar sapevamo che sarebbe arrivata una pioggia molto più intensa e ho allertato le squadre». Tuttavia quanto accaduto è stato definito come un evento «imprevedibile e incontenibile». Preoccupa la messa in sicurezza del territorio e la ricostruzione viste le esigue risorse dei Comuni: «Non lasciateci soli», ha ribadito più volte il primo cittadino nel corso della puntata. Senza adeguati sostegni, con le casse vuote, «se le istituzioni ci abbandonano questo paese ha cessato di vivere. Un comune non raggiungibile, non abitabile non ha senso di vivere. Speriamo che la vicinanza finora dimostrata, rimanga».
Allerta gialla da non sottovalutare
E proprio dei colori dell’allerta si è quindi soffermato il geologo Tansi, partendo da una considerazione di fondo: anche con l’allerta gialla si possono registrate vittime: «Quando le celle temporalesche comunemente dette bombe d’acqua sono di piccole dimensioni, come accaduto nel caso di San Pietro a Maida, allora si parla di allerta gialla. Questo vuol dire che si devono mobilitare pochi Comuni. Quando la bomba d’acqua cresce e si estende, allora l’allerta sarà arancione o rossa». Il sistema di previsione ovviamente non può essere preciso al 100% però seguire l’evoluzione dell’ondata, i messaggi di aggiornamento inviati dalla Protezione civile ai sindaci sul territorio, è fondamentale per una corretta gestione dell’emergenza.
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Siderno, il sindaco Fragomeni: «Prevenzione ha un costo»
In collegamento, il sindaco di Siderno, Maria Teresa Fragomeni ha portato la sua testimonianza in merito alla decisione, assai contestata (con tanto di insulti e minacce), di non chiudere le scuole. Una decisione, spiega il primo cittadino, ponderata alla luce delle azioni di prevenzione messe in atto sul territorio e dell’assenza di condizioni atte a pensare a eventuali pericoli per i cittadini: «Il messaggio di allerta gialla si presume non intacchi la sicurezza delle persone. Alcuni Comuni hanno reputato di sospendere le lezioni. Io, dopo una verifica delle scuole, in cui non avevamo registrato allagamenti o quant’altro, ho ritenuto di non chiudere». Il sindaco Fragomeni non ha nascosto tuttavia il peso della responsabilità cui troppo spesso chi amministra è chiamato a confrontarsi, stando sempre «con il patema» che possa accadere qualcosa di grave. E non solo. Il primo cittadino ha ribadito quanto la prevenzione giochi un ruolo fondamentale: «La pulizia degli argini dei fiumi, dei tombini sono interventi costosi per gli enti. Molto spesso questi lavori non vengono effettuati per carenza di risorse».
Una posizione condivisa dal geologo Tansi il quale ha specificato quanto spesso le scuole vengano chiuse inutilmente: «Si dovrebbe valutare in caso di allerta meteo dove sorgono gli edifici comunali, se ricadono in zone a rischio frane-alluvioni. Nonché le condizioni delle arterie stradali. Allora si dovrebbe “parcellizzare” la chiusura delle scuole».
Fenomeni sempre più violenti
Con l’inverno ormai alle porte, il rischio di nubifragi resta alto: «Quanto più estate è stata calda, pensiamo al mare sempre più caldo, quanto più i fenomeni saranno accentuati. Purtroppo ci dobbiamo aspettare altri eventi», ha scandito il ricercatore del Cnr, Tansi: «C’è poi da tenere in considerazione un altro aspetto: ovvero ponti, viadotti sono stati progettati in tempi che avevano caratteristiche climatiche diverse da quelli di oggi. Adesso arriva molta più acqua. A ciò s’aggiunge l’abusivismo edilizio, un fenomeno terribile» per l’intera Calabria. Un ultimo aspetto ha riguardato la cultura della prevenzione: «Chi abita vicino a un torrente deve immaginare che in una situazione di allerta, il fiume può esplodere. Poi l’allerta non significa intervenire immediatamente ma stare in attesa dell’evento. Giallo, arancione o rosso non ha importanza».