È allarme processionaria: segnalata una grave situazione nei boschi della Sila. Raggiunte vette un tempo impossibili: anche a 1400 metri sul livello del mare. Pericoli per i boschi e i danni all’ambiente naturale. La processionaria si chiama così perché quando le larve si spostano alla ricerca di foglie di cui nutrirsi, si dispongono in fila indiana, come se stessero facendo una lunga e interminabile processione. Le larve presentano sul dorso ciuffi di peli rosso-brunastro. Sono proprio questi a rappresentare una certa pericolosità, perché sono fortemente urticanti e pericolosi per le mucose degli occhi e delle vie respiratorie degli animali e anche dell’uomo. Il danno per le piante è dovuto  all’azione delle larve defogliatrici. Le larve mature divorano completamente i rametti dei pini, mangiando interamente gli aghi, producendo effetti devastanti.

Franco Laratta, già parlamentare, un silano che conosce profondamente l’altopiano, addirittura 20 anni fa lanciò un appello per intervenire:  «Già quando la processionaria non raggiungeva ancora i 900 metri di altitudine, era necessario intervenire. Ma nessuno prese sul serio l’allarme. Ora, anche per i mutamenti climatici in atto da almeno un decennio,  la situazione è molto più grave. La regione deve intervenire immediatamente». Sulla situazione della processionaria ci sono studi a proposito, soprattutto  da parte dell’università di Reggio Calabria e del Parco nazionale della Sila che può svolgere un ruolo importante. L’intervento non è più rinviabile considerato che le larve sono molto voraci fin dalla nascita e si nutrono delle foglie della pianta su cui sono nate.

La processionaria ha attaccato preferenzialmente il pino silvestre e il pino nero. Questo si nota dai patuffoli bianchi sulle cime degli alberi: sono i nidi della processionaria durante i mesi freddi. Sull’altopiano della Sila si possono vedere centinaia di pini ‘addobbati’ da queste palle bianche. Distruggere i nidi della processionaria è indispensabile, prima che i danni alle piante, agli animali, all’ambiente, all’uomo, diventino importanti e non più gestibili. Per gli studiosi è necessario, data la vastità dei boschi colpiti, l’utilizzo di un insetticida biologico. Si tratta di un micro organismo in grado di infettare la larva di processionaria, danneggiando i centri nervosi e paralizzandola. Sugli interventi da fare c’è la proposta di Franco Laratta: «Data la vastità delle aree interessate, è necessario intervenire mediante appositi elicotteri e droni. Ma non è possibile ritardare ancora».