Si tratta di uno strumento, novità assoluta in Calabria, già sperimentato nelle due città e replicabile da tutte le amministrazioni. Il lavoro degli esperti dell'associazione intende così colmare un vuoto che si trascina da anni rispetto a un obbligo di legge
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Comuni e Ona Cosenza insieme per tenere a battesimo uno strumento unico e una novità assoluta in Calabria: un modello di Piano comunale amianto per aiutare le amministrazioni nell’adozione di questo strumento obbligatorio secondo quanto previsto dalla legge regionale in materia, la 14 del 2011.
Più di 12 anni dopo, infatti, questa prescrizione è rimasta in gran parte lettera morta, con l’eccezione solo di pochi Comuni. Per dare una mossa a questa situazione di stallo, l’Ona Cosenza – sezione provinciale dell’Osservatorio nazionale amianto – ha realizzato un modello con l’obiettivo di fornire alla Regione Calabria uno strumento ripetibile in tutti i Comuni. A sperimentarlo per prime sono state le amministrazioni di Acri e Rose. E proprio ad Acri, nella sala consiliare di Palazzo Sanseverino Falcone, si è tenuta ieri sera la presentazione.
Al tavolo dei relatori i sindaci dei due Comuni, Pino Capalbo e Roberto Barbieri, il consigliere comunale di Cosenza Giuseppe Ciacco in rappresentanza del primo cittadino Franz Caruso (assente per altri impegni) e gli esperti dell’Ona Cosenza: il presidente Giuseppe Infusini, Alessia Castrovillari e Mirco Taranto, che hanno lavorato in gruppo (assieme a Carmine Ferraro, assente anche lui per impegni lavorativi) a sviluppare il modello.
Invitati, ma assenti, rappresentanti della Regione con l’eccezione dell’ArpaCal, presente in sala con il commissario straordinario Michelangelo Iannone e la direttrice del Dipartimento di Cosenza Teresa Oranges.
L’occasione è stata utile per un confronto sui passi in avanti fatti nella lotta all’amianto e su quanto ancora (molto) c’è da fare. Gli amministratori hanno sottolineato come spesso siano lasciati soli ad affrontare quelle che sono vere e proprie emergenze e minacce per la salute pubblica e quanto il supporto degli esperti dell’Ona Cosenza sia stato fondamentale per mettere in campo azioni decise per l’eliminazione di questo pericoloso materiale e la bonifica di alcuni siti che presentavano criticità importanti.
A entrare nel merito del modello di Piano comunale amianto elaborato sono stati Infusini, Castrovillari e Taranto, che con l’aiuto di dettagliate slide ne hanno spiegato il funzionamento e le finalità, oltre ai risultati dei monitoraggi effettuati nei due Comuni aderenti al progetto. Dietro, un grande lavoro di squadra frutto di competenza e dedizione, che ha tutte le potenzialità per rappresentare una svolta nella battaglia contro l’amianto.
Nel corso della serata hanno preso la parola anche il coordinatore dell’Ona Reggio Calabria Massimo Alampi – che ha messo in evidenza le tante difficoltà quotidiane nel suo territorio per far fronte alle diverse richieste di aiuto, anche di persone che si sono ammalate a causa della presenza di amianto – e la vicepresidente dell’Ona Cosenza Rosaria Ginese, che ha invece parlato del grande lavoro che l’associazione da sempre fa con le scuole e che ha fatto anche con questo progetto, che ha coinvolto gli studenti e i docenti dell’Ipsia Marconi-Guarasci che tra le altre cose hanno realizzato un volume dal titolo “Tutela della salute pubblica dal rischio amianto in Calabria”.
A concludere i lavori, moderati dalla giornalista di LaC News24 Mariassunta Veneziano, il presidente nazionale dell’Ona Ezio Bonanni, collegato da remoto perché impossibilitato a presenziare fisicamente.
Nello stesso Palazzo Sanseverino Falcone è stata anche allestita la “Mostra illustrativa dell’amianto”, già esposta nella sede Ona di Cosenza in occasione del decennale dalla nascita dell’associazione, composta da pannelli illustrativi e diversi materiali, di uso professionale e domestico, utilizzati in passato che mettono in evidenza la pervasività nell’uso di questo materiale, i cui effetti, purtroppo, sono presenti ancora oggi.
Ma da qui, da questo angolo della provincia di Cosenza, la lotta adesso può ripartire con slancio rinnovato. Sperando che le istituzioni, a livello regionale in primis, prendano finalmente atto della serietà del problema e della necessità di affrontarlo e portarlo a soluzione senza ulteriori indugi.