La crescente domanda di sostenibilità ambientale nelle scelte relative all’assetto del territorio è purtroppo materia che viene trattata quasi esclusivamente a danno da raccontare. Anche in questa occasione solo dopo che una tromba d’aria, la scorsa notte, si è schiantata sulla bellezza e la naturalezza di luoghi sacri. Eppure i cambiamenti climatici esigono sempre più una impostazione integrata ed una coerenza complessiva delle proposte dei vari livelli di governo, con una conseguente e coerente pianificazione e gestione delle risorse ambientali.

Il camping Alfieri è ubicato in uno dei tratti più suggestivi della costa Ionica Calabrese, tra Capo Colonna e Capo Cimiti. L’ondata di maltempo che ha colpito la scorsa notte l’intera fascia jonica e che, nel Crotonese, ha visto in enormi difficoltà Isola Capo Rizzuto e Cutro, ha portato una terribile tromba d’aria su quello che fu l’approdo di Ulisse, la casa di Pitagora per poi diventare anche capitale della Magna Grecia.

Letteralmente spezzate strutture di accoglienza di uno dei punti di accoglienza più conosciuti dagli appassionati di campeggio in Europa; solo per fortuna, nessun danno a persone ancora scioccate. Tanto che Maria Rizzo (della famiglia che creò e che gestisce ancora questa oasi di paradiso) ci ha raccontato di quanto le famiglie abbiano tremato. E non solo le 10 che proteggono il campeggio, ma tutte le altre (almeno) 100 dell’intera Contrada Campione. «Erano le 4 del mattino e si è sentito come un boato e poi grandine, e per mia sorella con i bambini ho sperato solo che non si facesse sopraffare dal panico» ha raccontato ancora scossa «è un danno enorme e sono certa che riscostruiremo, ma dobbiamo tutti prendere coscienza ed attrezzarci».

 

Infatti il geologo, insegnante ed animatore di tante campagne di prevenzione e consapevolezza conferma. È vero infatti che le trombe d’aria non si possono prevedere, ma cosa possiamo e dobbiamo fare? Chiediamo ad Antonio Giulio Cosentino: «È necessario avere una visione prospettica per tutelare un territorio fragile come quello crotonese -intima- ad esempio le piccole tasche di sabbia (le pocket beach) che insistono sulla Riserva Marina, con l’innalzamento dei ghiacciai ed i processi di subsidenza in atto ci imporrebbero, quasi, di dover guardare verso nord ed alla foce del Neto per uno sviluppo». Ma il vero problema aggiunge: «In assenza di un Psc (Piano strutturale comunale ndr) non possiamo avere un punto di vista corretto che parta dalla visione della geologia dei luoghi e dei rischi reali che comportano».